Tifoso morto, Salvini: chiusura stadi un errore. Gentiloni: ha omaggiato ultrà 10 giorni fa

Tifoso morto, Conte: serve cesura forte. Salvini: no a chiusura stadi, match a rischio mai più in notturna
Tifoso morto, Conte: serve cesura forte. Salvini: no a chiusura stadi, match a rischio mai più in notturna
Venerdì 28 Dicembre 2018, 12:24 - Ultimo agg. 29 Dicembre, 07:52
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I regali avvelenati del primo Boxing Day del calcio scuotono le coscienze e pretendono risposte. Ma sul come reagire alla violenza e agli episodi di discriminazione nello sport è già polemica. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, annuncia il tavolo «Stadi sicuri», un incontro con società, arbitri, calciatori e tifosi - al Viminale il 7 gennaio - per «riportare tranquillità e pulizia nei campi di calcio», ma è contrario alla soluzione di chiudere gli stadi e di vietare le trasferte - «così si condannano i tifosi veri, che vanno distinti dai delinquenti», afferma - annunciata dal questore di Milano, Marcello Cardona, dopo la morte dell'ultrà Daniele Belardinelli negli scontri antecedenti Inter-Napoli. 
 


L'affondo del vicepremier ha come destinatario il giudice sportivo - che ha chiuso per due giornate lo stadio dell'Inter e per un'altra la sola curva dopo gli ululati razzisti a Koulibaly - e solleva la reazione delle opposizioni, con gli ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a ricordare che Salvini «solo dieci giorni fa omaggiava ultrà e abbracciava pregiudicati».
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiede invece «un segnale di cesura forte, con una pausa nelle manifestazioni sportive». Il premier ha puntato il dito sui cori razzisti: «Sono discriminatori, inaccettabili. Servirebbe una severa sanzione». 

 

Anche su questo argomento fa un distinguo Salvini, secondo il quale «il coro 'Vesuvio lavali col fuocò vale 'Milano in fiammè» e «ci sono anche giocatori bianchi che vengono fischiati e sono oggetti di cori. Non metterei tutto nello stesso calderone». Se ne parlerà al Viminale nel tavolo «Stadi sicuri», cui stanno lavorando lo stesso Salvini e il sottosegretario Roberto Giorgetti: «Convocheremo società, tifoserie - quelle organizzate, pulite e tranquille -, arbitri per ragionare su come portare pulizia e tranquillità nei campi», chiarisce il ministro, che in quella sede proporrà anche che «certe partite non si giochino più in notturna». Un tema caldo però, dato che andrebbe a incidere sui palinsesti del maggior finanziatore del sistema-calcio, le emittenti tv. «Il ministro dell'Interno ha il dovere di prendere un'iniziativa - commenta l'ex premier Renzi - ma deve recuperare credibilità.

I cori razzisti fanno schifo sempre e Salvini dovrebbe ricordarlo visto che qualche anno fa quei cori li intonava lui, contro i napoletani». «Concordiamo con le misure annunciate da Salvini ma riteniamo inconcepibile che derubrichi a semplici sfottò i buu rivolti a Koulibaly e gli incitamenti alle eruzioni del Vesuvio», dice l'esponente di FI Jole Santelli. Il calcio non si ferma e domani si gioca l'ultimo turno dell'anno: ma certo i fatti di san Siro hanno lasciato il segno. «È ora di dire basta all'odio nel calcio» ha detto Spalletti. Ma il tema stop si oppure no divide le panchine della Serie A. Se Eusebio Di Francesco, lo stesso Spalletti, i fratelli Inzaghi si dicono a favore di fermare le partite per i casi di razzismo, Massimiliano Allegri, Gian Piero Gasperini e Walter Mazzarri hanno idee diverse su come arrestare l'intolleranza e il fanatismo delle curve, con il tecnico della Juve che invita a usare la tecnologia per individuare «chi fa casino». A Milano continuano le indagini sull'assalto - «un vero combattimento» dice il pm - degli ultrà di Inter, Varese e Nizza ai supporter napoletani. Sono state operate nuove perquisizioni, emessi sette daspo e sono imminenti nuovi arresti oltre ai tre già operati. Si riscalda però intanto il fronte del tifo nerazzurro, che se da un lato rende omaggio a Belardinelli, dall'altro sfoga la rabbia per le sanzioni del giudice sportivo che punisce tanti incolpevoli. E c'è chi propone un sit in di protesta all'esterno del Meazza in occasione delle partite dell'Inter a porte chiuse.

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