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GIORGIA MELONI

Totoministri, le caselle blindate e i fedelissimi di Meloni. Salvini e Tajani vicepremier. FI chiede la Giustizia

Totoministri, solo 2 o 3 tecnici per Meloni. Salvini e Tajani vicepremier. Forza Italia chiede la Giustizia
Totoministri, solo 2 o 3 tecnici per Meloni. Salvini e Tajani vicepremier. Forza Italia chiede la Giustizia
di Fausto Caruso
Articolo riservato agli abbonati
Lunedì 17 Ottobre 2022, 11:35 - Ultimo agg. : 19:56
5 Minuti di Lettura

Dalla teoria alla pratica. Quelli che fino a qualche giorno fa erano solo nomi su un foglio si avviano sempre di più a diventare i ministri del prossimo governo. Giorgia Meloni potrebbe ricevere l’incarico già la sera del 21 ottobre e nel momento in cui si presenterà da Mattarella vorrà avere le idee chiare sulle persone da indicare al Capo dello Stato. Molto passa dal colloquio con Silvio Berlusconi, per lasciarsi alle spalle la partenza traballante della XIX Legislatura che ha visto Forza Italia sfilarsi dal voto di maggioranza per la presidenza del Senato. Se alcune caselle sembrano ormai blindate, non mancano i punti di discussione ancora aperti

APPROFONDIMENTI
Meloni-Berlusconi, tensione nella coalizione. Oggi l'incontro a Roma, prove d'intesa
Meloni-Berlusconi, l'accordo sui ministri: Tajani agli Esteri, Casellati alle Riforme e Nordio alla Giustizia
Forza Italia, cresce il malumore contro Ronzulli capogruppo al Senato: Lotito, Fazzone e Casellati pronti a lasciare

 

Le caselle blindate e i fedelissimi di Giorgia

Figure di alto livello e fedelissimi nei ruoli chiave. Questo il punto focale delle scelte di Meloni, che ha più volte ribadito di voler mettere la competenza al primo posto nella selezione dei ministri. Questo senza dimenticare gli equilibri di coalizione. Su queste basi alla fine i tecnici tanto temuti dagli alleati non saranno più di due o tre e ci sono alcune posizioni che si possono considerare ormai assegnate. Partendo dai ruoli dei leader alleati, Salvini e Tajani sembrano aver accettato l’idea di occupare il posto di vicepremier insieme a due ministeri di peso, le Infrastrutture per il segretario leghista e gli Esteri per il coordinatore nazionale di Forza Italia. La leader di Fratelli d'Italia intende però prenotare due dicasteri chiave per il proprio partito: il favorito per lo Sviluppo Economico è il cofondatore di FdI Guido Crosetto, mentre alla Difesa non sembrano esserci contendenti per il presidente uscente del Copasir Adolfo Urso. In totale i ministeri per l’azionista di maggioranza della coalizione dovrebbero essere dieci o undici, tra cui Raffaele Fitto agli Affari Europei. I Rapporti col Parlamento paiono invece saldamente nelle mani di Maurizio Lupi, unico dicastero in quota Noi Moderati, il quarto partito del centrodestra.

Meloni-Berlusconi, tensione nella coalizione. Oggi l'incontro a Roma, prove d'intesa

La Lega

Assicurato un seggio al segretario, per la Lega quasi certo anche il trasloco di Giancarlo Giorgetti, il leghista più apprezzato da FdI, dallo Sviluppo Economico al mistero dell’Economia. Diverso il discorso per il gli Interni – su cui Salvini alla fine ha dovuto cedere – a cui è destinato il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, un tecnico, che però il Carroccio potrebbe reclamare come d’area vista la sua esperienza di capo di gabinetto quando al Viminale c’era proprio Matteo Salvini. A completare il quadro, la Lega dovrebbe infine ottenere due ministeri fortemente identitari come la Famiglia, a cui verrebbe aggiunta la delega alla Natalità richiesta dal leader, e il ministero degli Affari Regionali e le Autonomie, fortemente voluto dai governatori del Nord. Per il primo in pole position il nome dell’eurodeputata Simona Baldassare, in salita su Isabella Rauti di FdI, mentre il secondo potrebbe essere il premio per Roberto Calderoli dopo il suo passo indietro per la presidenza del Senato.

Forza Italia, cresce il malumore contro Ronzulli capogruppo al Senato: Lotito, Fazzone e Casellati pronti a lasciare

Lo scoglio: Forza Italia vuole la Giustizia

Se con i leghisti dopo qualche settimana di braccio di ferro e veti incrociati è tornato il sereno, ora il banco di prova per Meloni è ricucire con Forza Italia. Tra la votazione incriminata di giovedì al Senato e l’incontro di oggi tra i due leader i pontieri hanno cercato di gettare le basi per una pace che porti alla nascita del nuovo esecutivo senza ulteriori problemi, ma il gesto di Fi potrebbe comunque avere ripercussioni sui ministeri.

Cinque i dicasteri che alla fine andranno agli azzurri: detto della Farnesina per Antonio Tajani, interlocutore privilegiato di Meloni, il resto rimane da definire. Berlusconi aveva chiesto lo Sviluppo Economico (con la delega alla tv), ricevendo un no secco, e la Giustizia: anche qui FdI è contrario, ma se alla fine il Cavaliere dovesse insistere, per il bene della coalizione la premier in pectore potrebbe anche cedere. In quel caso potrebbe essere premiata Elisabetta Casellati, l’unica a prendere parte al voto al Senato insieme a Berlusconi, anche se il patriarca del centrodestra avrebbe fatto il nome di Francesco Paolo Sisto. Se invece FdI dovesse riuscire a tenere per Carlo Nordio, ancora il favorito, il ruolo di Guardasigilli, la presidente uscente del Senato sarebbe dirottata all’Università. Prima del mancato voto a Palazzo Madama, Anna Maria Bernini sembrava avviata verso il ministero dell’Istruzione, ma ora per i senatori di Fi la strada verso le cariche governative è decisamente in salita. Il deputato Alessandro Cattaneo potrebbe prendere il posto di Cingolani alla Transizione Ecologica, mentre per Maurizio Gasparri spunta l’ipotesi Pubblica Amministrazione, dove sono in ribasso le quotazioni della leghista Giulia Bongiorno.

Consultazioni al via in settimana, l'ultimo incontro tra Meloni, Salvini e Berlusconi con il celebre "uno, due, tre"

Nonostante i malumori di Meloni, causati molto di più dal tentato sgambetto a La Russa che non da foglietti volanti, la volontà punitiva verso gli azzurri si dovrebbe fermare alla mancata concessione di ministeri di peso. Tra questi un caso a parte è la Sanità: per la poltrona attualmente occupata da Roberto Speranza il Cav aveva spinto forte sul nome della fedelissima Licia Ronzulli, non ritenuta idonea dall’alleata. Sarebbe stato questo uno dei motivi scatenanti dello strappo, concepito proprio dalla senatrice azzurra e dai forzisti a lei più vicini. «Non c’è mai stato un caso Ronzulli», ha dichiarato ieri la diretta interessata. Sta di fatto che Ronzulli ora è fuori dai giochi, ma Meloni potrebbe comunque tentare una mediazione offrendo il ministero della Salute a un tecnico che però sia riconducibile all’area di Forza Italia: il nome che si fa è quello dell’assessore al Welfare della regione Lombardia Letizia Moratti, in alternativa all’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso.

La partita dei ministeri continua ma il triplice fischio di Mattarella è sempre più vicino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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