Tasse, l'annuncio di Tria: «Flat tax entro l'anno, sarà graduale»

Tasse, l'annuncio di Tria: «Flat tax entro l'anno, sarà graduale»
di Andrea Bassi
Giovedì 26 Luglio 2018, 10:30 - Ultimo agg. 14:31
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La battuta che circola sui mercati l'ha raccontata Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia. «I broker di Londra», ha detto rivolgendosi al ministro dell'Economia, «dicono che quando parla Giovanni Tria si compra, quando parlano gli altri si vende». Fosse vero, ieri sarebbe stato il momento di comprare. Rispondendo al question time alla Camera, il titolare del Tesoro, ha rimesso per l'ennesima volta l'elmetto del pompiere e ha rassicurato che il governo non ha nessuna intenzione di superare il limite del 3% nel rapporto tra il deficit ed il Pil. Parole che arrivano a stretto giro da quelle pronunciate dal vice premier Matteo Salvini che, invece, aveva contestato quel tetto, lasciando intendere che per il governo non sarebbe stato un tabù abbatterlo. Anche, come in un continuo gioco delle parti, ieri il ministro dell'interno ha poi detto che Tria «fa bene ad essere prudente». Se comunque le parole non dovessero bastare a rassicurare i mercati, Tria ha chiarito che sarà la legge di bilancio, nero su bianco, a rasserenare i mercati sulle intenzioni dell'esecutivo, a ridurre l'incertezza sul debito e, in definitiva, a «tutelare i risparmi degli italiani».
 
E le promesse del governo su reddito di cittadinanza e flat tax? Sempre Brunetta, prova a fare un conto della lavandaia sulle risorse «minime» che serviranno al ministro per la legge di bilancio: 5 miliardi per correggere i conti del 2018, 10 per correggere quelli del 2019, tra i 12 e i 14 miliardi per disinnescare l'aumento dell'Iva. Fanno 27 miliardi. Tria ha spiegato che è in corso una trattativa con la Commissione europea per avere spazi di flessibilità e rimandare ancora il pareggio di bilancio. Ma quanto si potrà ottenere? Uno 0,5-0,6%, 10 miliardi, dice Brunetta. E gli altri 20 miliardi? Il ministro dell'Economia prova, di nuovo, a rassicurare. «Confermo», ha spiegato Tria, «che si inizierà a implementare la riforma della flat tax fin dalla prossima legge di bilancio secondo un'implementazione graduale» e sempre compatibilmente con i saldi di bilancio. La riforma della tassazione italiana «rientra nell'obiettivo più ampio di azione di politica economica, volta a migliorare la crescita e la competitività del paese, dei consumi e delle famiglie», spiega Tria. E la flat tax «è uno degli strumenti per raggiungere tale obiettivo. Stesso discorso vale per il reddito di cittadinanza. Anche in questo caso il ministro ha ribadito che sarà una riforma graduale e che sarà finanziata con una «rimodulazione» delle entrate e delle uscite. «Dal punto di vista della protezione sociale», ha spiegato, «ci sono molti istituti che andranno rivisti». L'intenzione è quella di assorbire nel reddito di cittadinanza oltre al Rei, il reddito di inclusione, anche la Naspi, l'assegno di disoccupazione.

Un altro capitolo affrontato ieri durante il question time da Tria, ha riguardato la «pace fiscale». Il ministro ha confermato i numeri che già erano stati illustrati dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nella sua audizione dell'11 luglio. Il ministro ha chiarito, una volta per tutte, che per quanto il valore «contabile» dei crediti fiscali si avvicini ad 800 miliardi, «l'ammontare su cui effettivamente si possa tentare il recupero è assai più limitato, pari a circa 50 miliardi». Non solo. Lo 0,9% dei contribuenti ha debiti residui superiori a 500.000 euro al quale corrisponde circa il 66,5% del complessivo valore residuo. Insomma, nulla a che vedere che vedere con i numeri monstre indicati mesi fa dalla Lega, ed anche da Salvini, che parlavano di mille miliardi di cartelle non riscosse, di cui 500 miliardi inesigibili ed altri 500 potenzialmente utili a ricavare gettito per 50 o 60 miliardi in due anni.
 
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