Stop alle truffe sul reddito di cittadinanza, a Napoli c'è la task force della Finanza

Stop alle truffe sul reddito di cittadinanza, a Napoli c'è la task force della Finanza
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 2 Marzo 2019, 08:00 - Ultimo agg. 19:23
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Le grandi manovre sono già iniziate. Al gran desco del reddito di cittadinanza c'è chi vuole sedersi a capotavola, ed è pronto a fare di tutto per riuscirci. Anche a costo di truccare le carte. Il boccone è ghiotto, e a testimoniarlo non sono soltanto le file di questi giorni davanti ai Caf - che pure plasticamente descrivono l'assalto ad un'opportunità prevista per legge - ma anche una improvvisa fioritura di agenzie che offrono corsi di formazione fantasma.

Per questo, ma anche per una serie di altri convincenti motivi, la Guardia di Finanza ha già creato un gruppo di osservazione investigativa che entrerà in azione da aprile per dragare i fondali di un abisso annunciato: quello delle truffe. Fatta la legge trovato l'inganno, recita l'antico detto. E a Napoli i segnali di fumo nerissimo ci sono già. Ecco perché il comando provinciale delle fiamme gialle ha già innalzato le sue antenne: e a breve inizieranno verifiche e controlli.
 
I geni della truffa sono al lavoro da tempo. Il passaparola tra i furbetti del reddito di cittadinanza porta a rapide conclusioni, ed ecco come si cerca di perforare le maglie della nuova legge che offre l'assegno di 780 euro a determinate condizioni. Per chi tentasse di esibire carte false le sanzioni possono essere molto severe, mentre in caso di falsa dichiarazione si può andare persino in carcere. Attenzione dunque alle due parole chiave delle potenziali truffe: reddito e autocertificazione.

Pare che in queste ore si registrino picchi di anomali cambi di residenza e di separazioni coniugali. Il perché, sul piano dei sospetti, è semplice: simulando la separazione dal coniuge si abbatte il cumulo dei redditi, riducendo nettamente l'indicatore della situazione economica equivalente (Isee), che per la nuova legge è fissato a quota 6000 euro annui; nel caso di divorzio, per ottenere il reddito di cittadinanza bisogna anche trasferire la propria residenza. «Tanto - confida uno dei maneggioni con le mani già in pasta, uno dei non pochi che tra Napoli e provincia muove i fili della grande truffa - un amico disponibile, un lontano parente o una povera vedova anziana che ti offre il cambio lo troviamo sempre». Divorziando si dimezza poi l'Isee, per cercare di restare nella soglia massima prevista dal decreto sul reddito di cittadinanza: 9.360 euro.

Attenzione a chi offre, magari a prezzi che possono apparire stracciati, corsi di formazione «lampo». Giungono prime segnalazioni di agenzie fantasma che incassano i soldi e non offrono alcuna garanzia.

Poi c'è il dato più inquietante, tutto napoletano. Nella città che tira a campare e si arrangia anche delinquendo, c'è spazio anche per una pletora di nullafacenti, pregiudicati, contrabbandieri di sigarette, parcheggiatori abusivi e persino ambulanti che intascano fior di denari ovviamente al nero. Stanarli non è facile. Ecco perché la strategia investigativa guarda al breve e medio termine. Funzionerà così: chi - in questo sottobosco umano e lavorativo che pure muove ingenti somme di denaro - dovesse finire in manette o indagato verrà passato ai raggi x anche rispetto ad eventuali domande di accesso al reddito. Un metodo empirico, ma che si rivelerà di sicura efficacia per stanare i truffatori. Verifiche incrociate, dunque, per sbugiardare chi si dichiara nullatenente, chi formalmente non ha nulla di intestato a proprio nome e poi magari occupa abusivamente una casa popolare.

La linea dell'orizzonte, su questo versante, potrebbe portare anche molto lontano: fino a individuare organizzazioni criminali radicate sul territorio e capaci di promuovere e garantire anche documentalmente (il sospetto era già circolato in occasione dello scandalo dei falsi invalidi) i raggiri e gli artifizi utili alla truffa. Un capitolo a parte è poi quello che riguarda gli stranieri regolarmente residenti in Italia da almeno dieci anni.

Anche le loro domande verranno passate al setaccio dalla task force della Finanza.

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