Ucraina, intervista all'ambasciatrice della Polonia in Italia: «Varsavia aveva avvertito, la Russia è paese ostile»

Ucraina, intervista all'ambasciatrice della Polonia in Italia: «Varsavia aveva avvertito, la Russia è paese ostile»
di Gigi Di Fiore
Venerdì 1 Aprile 2022, 11:00 - Ultimo agg. 2 Aprile, 07:59
7 Minuti di Lettura

Anna Maria Anders è ambasciatore della Polonia in Italia dal settembre del 2019. Nel suo Paese è stata senatrice e segretario di Stato per il dialogo internazionale presso la Presidenza del consiglio. 

Video

Ambasciatore, lei è stata da poco in Polonia. Qual è la situazione attuale al confine con l'Ucraina?
«La situazione al confine sembra essere molto più calma rispetto a tre settimane fa, ma la sfida è garantire un posto a tutti coloro che cercano rifugio nelle grandi città. Attualmente, ogni giorno attraversano il confine circa 27mila persone. Nel momento più critico erano arrivate a 140mila».

Quanti profughi avete finora accolto dall'Ucraina e come affrontate questa emergenza?
«Oltre 2,35 milioni di persone hanno attraversato il confine polacco-ucraino dall'inizio dell'invasione russa. Non tutte queste persone sono cittadini ucraini. Circa 200mila sono cittadini di altri 180 Paesi, tra cui anche 60mila polacchi. In Polonia sono già attivi 41 punti di accoglienza e 148 punti di informazione per i profughi in fuga dalla guerra. Con l'assistenza immediata, abbiamo avviato soluzioni di sistema, come l'approvazione della legge sull'assistenza ai cittadini ucraini vittime del conflitto armato nel loro Paese, che ne costituisce la base giuridica. La nuova legge ha anche aperto il mercato del lavoro ai cittadini ucraini rifugiati in Polonia dopo l'aggressione russa. È stata anche regolarizzata la questione del soggiorno legale e sono stati stanziati fondi per il sostegno ai rifugiati».

Temete una ritorsione russa nei vostri confronti?
«L'esercito polacco è in stato di massima allerta da diverse settimane, ma vorrei assicurarvi che restiamo completamente calmi.

La Russia è il nostro vicino e non scomparirà dalla mappa dell'Europa. L'aggressione contro l'Ucraina dimostra, tuttavia, che la Russia è un Paese ostile nei confronti del mondo democratico, noi compresi. Prendiamo sul serio ogni minaccia alla Nato e al nostro Paese, ma stiamo facendo del nostro meglio per evitare uno scontro Russia-Nato».

La vicinanza così stretta della Polonia con l'est Europa vi preoccupa?
«L'Ucraina è il Paese confinante con cui vogliamo mantenere strette relazioni di amicizia. Non possiamo negare loro la nostra amicizia in questo momento di bisogno. Ma ci tengo a sottolineare che non siamo un paese russofobo per prevenzione. È la nostra esperienza a ricordarci che le minacce provenienti dalla Russia vanno prese sul serio. Per questo, da molto tempo avevamo messo in guardia l'Europa sull'atteggiamento della Russia. Ora sappiamo che Putin ha preparato questa guerra da anni e l'Occidente ne ha ignorato la minaccia».

Quali pensa siano gli obiettivi finali del presidente Putin?
«È una domanda che si stanno ponendo in questo momento i maggiori analisti in quasi tutti i Paesi del mondo. Poiché l'offensiva russa è stata rallentata, si è pensato a un cambiamento di tattica e intenzioni da parte di Mosca. In contemporanea, sono in corso i negoziati ucraino-russi. Mi piacerebbe molto credere che i russi partecipino a questi negoziati in buona fede e non si stiano preparando a un altro attacco. Tuttavia, non dobbiamo essere ingenui, solo una reazione internazionale forte e decisa può impedire alla Russia di continuare questo brutale attacco all'Ucraina. L'obiettivo di Putin è ricostruire l'impero russo a scapito dei territori dei Paesi vicini alla Russia. L'intero mondo libero dovrebbe opporgli resistenza».

Che rapporti diplomatici ha la Polonia con la Russia? Le sanzioni dell'Unione europea vi creano difficoltà?
«È ovvio che i nostri rapporti con la Russia al momento sono limitati. Di recente abbiamo deciso di espellere dalla Polonia i diplomatici russi, le cui attività non erano coerenti con la legge polacca e con i principi della Convenzione di Vienna. Abbiamo inoltre considerato che l'attuale stato delle relazioni bilaterali non giustifica la necessità di mantenere un numero così elevato di personale diplomatico russo in Polonia. Stiamo attivamente pensando sanzioni di vasta portata che possano costringere Mosca a porre fine al conflitto nel medio termine. Più forti sono le sanzioni, prima si arriverà al crollo della macchina russa che finanzia la guerra. Il tempo sta lavorando contro il Cremlino. Prima Mosca capisce che l'Occidente non cede, meglio è».

Quali rapporti e notizie vi arrivano dall'Ucraina?
«I messaggi che dal fronte raggiungono la Polonia e l'Italia sono simili, sostanzialmente gli stessi. Sia in Polonia che in Italia provocano uguali reazioni. La distruzione della città-martire Mariupol e i crimini russi contro la popolazione civile sono percepiti in Polonia come del tutto incomprensibili e bestiali. I media polacchi e i cittadini polacchi sono profondamente colpiti dalle tragedie dei singoli rifugiati, famiglie, donne e bambini costretti a fuggire dall'Ucraina».

Cosa pensa delle richieste di aiuti militari che il presidente ucraino Zelensky rivolge ai Paesi della Nato?
«Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner nella Nato e nell'Ue per non lasciare l'Ucraina sola, senza supporto. Sosteniamo politicamente, militarmente e nei termini di assistenza umanitaria il Paese che difende non solo la sua sovranità e il suo territorio, ma soprattutto i suoi civili. Va sottolineato che il nostro sostegno a Kiev è permanente e non verrà ritirato».

La Polonia ha preso iniziative diplomatiche per arrivare alla pace?
«Il presidente Andrzej Duda e il primo ministro Mateusz Morawiecki conducono da molte settimane attività diplomatiche molto intense. Dall'inizio del 2022, la Polonia presiede i lavori dell'Osce e il ministro degli esteri Zbigniew Rau, in qualità di presidente in chair, ha effettuato numerose visite per la pace. È stato sia a Kiev che a Mosca, dove ha parlato con i capi della diplomazia di entrambi i Paesi. La nostra posizione è chiara. La Russia ha scelto di distruggere le basi del moderno impianto di sicurezza, cercando di mutare i confini con la forza. Non può essere accettato nel ventunesimo secolo. La Russia dovrebbe fermare immediatamente l'attacco all'Ucraina. Se Russia e Ucraina avvieranno seri negoziati, la Polonia li sosterrà il più possibile. Intanto molti polacchi che vivono in Italia si sono prodigati in atti di solidarietà per i profughi ucraini. Anche in Campania».

In che modo?
«Nelle prime settimane del conflitto, i polacchi residenti in tutta la Campania hanno raccolto aiuti per la popolazione ucraina, insieme con le comunità locali italiane. L'associazione Orze Biay (Aquila Bianca) di Capaccio, la comunità polacca di Caserta e la Scuola polacca presso l'associazione Istituto per la Polonia a Lago Patria, insieme con aziende di trasporto polacche e italiane, hanno organizzato aiuti portati a Leopoli, Novograd e ai rifugiati ucraini in Polonia. Il console onorario di Polonia a Napoli, Dario dal Verme, insieme con il parroco della parrocchia di Santa Maria di Montesanto, don Michele Madonna, hanno promosso una raccolta di doni e di fondi, vera e propria iniziativa popolare a Napoli. Tutte queste attività hanno unito polacchi, italiani e ucraini che vivono in Campania. Ne sono veramente fiera e esprimo qui la mia gratitudine».

Nel gruppo di Visegrad, Polonia e Repubblica ceca hanno preso le distanze dall'Ungheria sulle posizioni espresse sul petrolio russo e la guerra. Che conseguenze potrà avere questa scelta sulla compattezza europea nelle sanzioni alla Russia?
«Non condividiamo la visione dell'Ungheria sulla Russia. Abbiamo e seguiamo altre convinzioni, evidentemente simili a quelle ceche. Comprendiamo, però, che non dobbiamo essere d'accordo con tutti i nostri partner nell'Unione europea o nella Nato, come in questo caso con l'Ungheria, che sulla Russia speriamo resti nella scia politica dell'Ue e della Nato».

Dopo la recente missione a Kiev del premier polacco, Mateusz Morawiecki, con i premier di Repubblica ceca e Slovenia, temete le dichiarazioni minacciose del vice presidente del consiglio di sicurezza russo Medvedev?
«Come ho detto prima, consideriamo seriamente ogni minaccia da parte delle Russia. Però ce la mettiamo tutta per non arrivare a uno scontro tra Russia e Nato». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA