Ucraina, l'Italia attiva le strutture della Difesa Civile: cosa significa e perché non implica l'ingresso in guerra

Ucraina, l'Italia attiva le strutture della Difesa Civile: cosa significa e perché non implica l'ingresso in guerra
Venerdì 4 Marzo 2022, 13:40 - Ultimo agg. 5 Marzo, 08:34
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«L'Italia non è in guerra. È però necessario prepararsi ad ogni scenario: stiamo attivando in queste ore le strutture della Difesa civile, tramite il dipartimento dei vigili del fuoco e del soccorso pubblico e della Difesa civile, per valutare le situazioni emergenti di guerra e per pianificare le misure da adottare a seguito della crisi internazionale. Dalla gestione e soccorso degli sfollati ucraini in arrivo in Italia, ad altre possibili evoluzioni di scenario». È quanto ha dichiarato il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, in Sicilia a margine dell'inaugurazione della nuova sede dei vigili del fuoco di Palagonia (Catania).

In teoria, le procedure di Difesa Civile si attivano quando si entra in guerra.

Ma se il sottosegretario Sibilia ha dichiarato che il nostro Paese non è coincolto in uno scenario bellico, perché allora attivare le strutture di tale attività?Andiamo con ordine, facendo un passo indietro.

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La Difesa Civile consiste nell'attività di salvaguardia svolta da parte dello Stato nei confronti del Paese in occasione di «aggressione alla Nazione». Essa ha il compito di assicurare la continuità dell'azione di governo, proteggendo, da un lato, la capacità economica, produttiva e logistica del Paese e, dall'altro, riducendo l'impatto degli eventi di crisi sulla popolazione. In vari stati del mondo con tale espressione vengono individuate sia le attività di protezione che di difesa in un contesto non militare. C'è però un problema da sottolineare: dell'attività non esiste tuttavia ad oggi una definizione univoca, nemmeno a livello normativo nel diritto internazionale umanitario.

E in Italia? Dal punto di vista normativo, l'articolo 14 del Decreto Legislativo n. 300 del 30/07/1999 (e s.m.i.) attribuisce la competenza in materia di Difesa civile al ministero dell'Interno, nonché alle prefetture, che la esercitano attraverso il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della Difesa civile. La commissione interministeriale tecnica della Difesa civile si riunisce presso il ministero dell'Interno che la presiede e assicura il coordinamento delle amministrazioni centrali dello Stato.

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Negli ultimi anni la dimensione internazionale della sicurezza e la moltiplicazione delle ipotesi di rischio ha indotto il ministero dell'Interno ad elaborare strategie di prevenzione e pianificazione mirate al soccorso in scenari complessi. Il corpo nazionale dei vigili del fuoco garantisce il soccorso specializzato con appositi nuclei, in caso di pericolo nucleare, batteriologico, chimico e radioattivo le cui iniziali vanno a formare il noto acronimo Nbcr. 

La commissione ha, tra l'altro, il compito di valutare le situazioni emergenti e pianificare le misure da adottare in caso di crisi, valutare altresì altre ipotesi di rischio, non direttamente riferibili ad azioni dolose, che possono determinare situazioni di crisi per la continuità dell'azione di governo nonché danni alla popolazione e, in genere, alla sicurezza del Paese. In quest'ottica la commissione e il dipartimento approfondiscono le tematiche legate alle infrastrutture critiche e, in stretta collaborazione con il ministero della Salute, le modalità di gestione di una crisi prodotta dal diffondersi di gravi malattie epidemiche.

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