Sondaggi, M5S può prendere alcuni collegi al Sud. Il ruolo di Conte per il recupero nei collegi uninominali

Ultimo giorno di sondaggi prima delle due settimane di «silenzio demoscopico» in cui non sarà possibile diffondere nuovi dati sulle intenzioni di voto. La sorpresa dell'ultim'ora arriva dall'account Twitter di Lorenzo Pregliasco. Un post criptico del sondaggista di Youtrend evidenzia che alcuni collegi uninominali potrebbero andare al Movimento Cinque Stelle.

Con i nuovi dati, nelle simulazioni iniziano a spuntare collegi così... pic.twitter.com/KBUdIlmTon

— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco) September 9, 2022

«Si tratta di 2-3 collegi del Sud Italia, una variazione quasi nulla al livello di seggi, ma significativa se si pensa che fino a due settimane era una situazione lontana da ogni previsione». Il recupero nei collegi uninominali è in linea con la tendenza al rialzo dei grillini che nelle ultime settimane, secondo la supermedia Youtrend che aggrega i risultati di tutti i rilevamenti, sono passati dall'11,8% al 13,2%. «Dobbiamo però ricordare sempre che si tratta di un recupero di un paio di punti dopo averne persi venti», precisa Pregliasco, ricordando che cinque anni fa il Movimento ottenne quasi il 33% delle preferenze. «Nel 2018 da Cassino in giù fu un'ondata gialla, il M5S prese tutti i collegi uninominali, vincendone alcuni anche di trenta punti».

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Crollo e recupero

In questi quattro anni il Movimento ha dunque visto un crollo verticale a cui il nuovo capo politico, Giuseppe Conte, ha cercato di porre un argine. Proprio il ruolo dell'ex Premier è uno degli aspetti che hanno innescato il recupero delle ultime settimane: «Conte è il secondo leader più apprezzato al livello nazionale dopo Meloni. All'inizio ha fatto fatica a trasferire il suo credito personale sul partito, ma ultimamente ci sta riuscendo», commenta Pregliasco. «Al livello programmatico una forte spinta è data invece dalla centralità del reddito di cittadinanza - misura simbolo del Movimento e del governo Conte I - che al Sud ha un sacco di percettori».

Bisognerà vedere se queste ultime due settimane di campagna elettorale stravolgeranno o meno i rilevamenti, ma sarebbe curioso se a evitare il temuto “cappotto” del centrodestra non fosse la coalizione del Partito Democratico, ma un singolo partito che dopo la caduta del governo Draghi era dato persino a rischio dissoluzione.