Congresso famiglie, Spadafora (M5s): «Tesi lontane dal paese reale, Salvini fa un errore ad andare a Verona»

Vincenzo Spadafora
Vincenzo Spadafora
di Simone Canettieri
Sabato 30 Marzo 2019, 00:41 - Ultimo agg. 08:00
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dal nostro inviato
Sottosegretario Vincenzo Spadafora, qui ha appena terminato di parlare la senatrice del M5S Tiziana Drago. Ma Luigi Di Maio non aveva impedito a tutti i portavoce di partecipare al congresso della famiglia?
«Ah, questa non la sapevo. Adesso faremo tutte le verifiche del caso. E comunque al di là della senatrice, a Verona sono riunite persone che guardano indietro. Domani (oggi-ndr) invece a Roma io e Luigi incontreremo 600 ragazzi fra i 18 e i 35 anni, provenienti da tanti settori della società, che vivono sulla loro pelle la complessità che altri si rifiutano di vedere».

Alla fine è riuscito a far togliere il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri dall’evento, anche se su certi cartelloni permane. Una piccola vittoria, no?
«Guardi, sono convinto che le tesi del congresso di Verona rappresentino una minoranza, che va rispettata come tale, ma combattuta perché fuori dalla realtà. Il paese reale va da un’altra parte, per fortuna. Il M5S non mette in discussione l’unione naturale tra un uomo e una donna. Il tema è che esistono altri orientamenti sessuali e il fatto che qualcuno li possa giudicare, possa dire come debbano vivere queste persone, mi fa inorridire. Le tesi di Verona non diventeranno mai azione governativa. Possono parlare quanto vogliono. Purtroppo creano un clima di caccia alle streghe e paura. Non vedo l’ora che passi questo week-end».

Prima però oggi sono attesi tre ministri della Lega, a partire da Matteo Salvini. E’ difficile dire che una buona parte del governo non sostenga il congresso, no?
«Sono stupito dalla partecipazione di Salvini: per come l’ho conosciuto è una persona attenta e rispettosa alle diversità. Evidentemente come Lega, perché non è la posizione del governo, ha ritenuto che queste tesi siano vicine al suo partito. Ma siamo sicuri che le posizioni che hanno i relatori del congresso sulla donna piacciano alle elettrici della Lega? Secondo me no. Ecco, perché non capisco la presenza di Salvini a questo appuntamento. Ne parlavamo poco fa: il paese reale è un altro».

Il premier Conte ha auspicato che si apra una riflessione anche sullo Ius soli. Dopo le Europee, sarà possibile allargare il perimetro del contratto ai diritti e ai temi etici?
«I temi che non sono nel contratto di governo non sono proponibili perché rischiano di destabilizzare il quadro politico. Sicuramente dopo le Europee calerà la tensione e si potrà iniziare a parlare di temi extra contratto. Questo governo ha motivo di esistere proprio perché stiamo lavorando rispettando i punti del contratto».

Ma sui diritti nel 2019 non brilla.
«Non so se in questa legislatura riusciremo ad avere una legge sulla omotransfobia, ma il tavolo permanente con le associazioni Lgtb ha prodotto azioni concrete per intervenire fin da subito nelle carceri ma anche a sostegno delle imprese. Le unioni civili approvate dal centrosinistra si sono fermate lì, noi stiamo cercando di andare avanti contro le discriminazioni. E comunque per fare una legge, per portarla a casa, ci vuole una maggioranza».

Sui diritti è possibile un asse con il Partito democratico di Zingaretti?
«Dobbiamo cercare fino in fondo di essere leali e coerenti con la Lega. Cercare maggioranze alternative può mettere in crisi il governo».

La Lega ha comunque un doppio forno, sempre.
«Dubito che Salvini voglia essere il leader di una destra destra con Giorgia Meloni».

Drammatizziamo: meglio che il governo cada sulla Tav o sui diritti?
«Meglio che non cada, no?».

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