Raggi assolta: «Ora darò di più, non deluderò i romani a fine mandato»

Raggi assolta: «Ora darò di più, non deluderò i romani a fine mandato»
di Lorenzo De Cicco e Ernesto Menicucci
Domenica 11 Novembre 2018, 09:10 - Ultimo agg. 12 Novembre, 07:27
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E ora? «Ora si corre», risponde Virginia Raggi, nel suo studio al primo piano di Palazzo Senatorio, mentre turbinano assessori e consiglieri grillini, tutti a congratularsi, col sorriso stampato in faccia dello scampato pericolo. «Sono stata assolta - dice la sindaca - perché i giudici hanno riconosciuto che ho sempre e soltanto lavorato per il bene della mia città. Siamo a metà mandato, raccogliamo i frutti del lavoro di questi due anni e mezzo». Il cellulare nel frattempo non smette di trillare. «Salvini mi ha mandato un sms, pure Renzi mi ha chiamato».

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Ma chi è la prima persona che ha sentito, dopo l'assoluzione?
«La mia famiglia, credo sia naturale, no? Ho pensato a mio figlio, a mio marito che oggi è venuto in Aula con me, ai miei genitori. E a tutte le persone che in questi giorni mi hanno dimostrato affetto».
 



Davvero si sarebbe dimessa?
«Guardate, sono sempre stata convinta che mi avrebbero assolta e ho agito nell'esclusivo interesse della mia città. E questa convinzione mi ha spinto ad andare avanti con la serenità di chi sa di aver fatto tutto correttamente. La sentenza lo ha confermato e spazza via due anni di fango politico».

Ha mai pensato di andare avanti comunque, anche senza simbolo M5S? E alla luce della sua esperienza, il vostro codice va cambiato?
«Sono una persona che rispetta gli impegni che ha preso. Soprattutto quelli con i cittadini».
 
 


Errori giudiziari non ne ha fatti. Ma in due anni e mezzo quali errori politici pensa di aver commesso? E da quali riparte?
«Solo chi non fa, non sbaglia. Non è passato giorno in questi due anni e mezzo che non abbia dato tutta me stessa per la mia città. Ho capito che un buon amministratore deve armarsi di pazienza e caparbietà per superare ostacoli imprevisti. Darò ancora di più».

Ecco, secondo qualcuno, adesso anche perché avete un governo amico dalla vostra parte cadono tutti gli alibi. Ci dice due decisioni forti da cui ripartire?
«I cittadini di Roma mi chiedono soprattutto due cose: ambiente e trasporti. Per quanto riguarda i trasporti finalmente si intravedono i primi risultati. Abbiamo evitato che Atac scomparisse lasciando i romani a piedi e abbiamo avviato il rilancio con il concordato, lo stanziamento per l'acquisto di 600 autobus (i primi 227 arriveranno nei prossimi mesi) e il finanziamento di 425 milioni del ministero per le metro A e B. Arriveranno nuove preferenziali e ciclabili. Per quanto riguarda ambiente e rifiuti abbiamo avviato una rivoluzione, che richiede però pazienza».

I cassonetti straripano di sacchetti, da settimane...
«Ma dove è partito il nuovo modello di raccolta porta a porta, sta dando i risultati attesi. Lo stiamo estendendo, ma sono operazioni che richiedono tempo. Per due anni e mezzo abbiamo seminato. Ora siamo pronti a raccogliere i frutti di un duro lavoro. Nelle prossime settimane partiranno finalmente gli interventi per il verde, finiti prima nelle grinfie di mafia capitale e poi nel pantano della burocrazia».

Appunto, come pensa di velocizzare la macchina del Campidoglio, troppo spesso impaludata?
«Con l'innesto di nuove professionalità. Presto arriveranno nuovi professionisti che stiamo selezionando con una procedura pubblica. Dirigenti esterni per inserire nuova linfa in una struttura ferita dalle inchieste, paralizzata dalla paura di sbagliare e prendersi responsabilità. E credo che sia necessario rivedere il codice degli appalti».

Come?
«Nel senso della semplificazione e non della diminuzione delle garanzie. Ne ho parlato con il governo, penso che presto ci saranno novità. Sarebbe una svolta, non solo per Roma».

Ci sarà un'accelerazione sugli sgomberi, visto anche quanto accaduto ieri nell'ex hotel sulla Prenestina?
«Non spetta a noi decidere gli sgomberi. Abbiamo stipulato un protocollo per individuare gli immobili sui quali intervenire prioritariamente e siamo pronti ad accogliere anziani, bambini e disabili. Ma niente spot, è inutile sgomberare le persone da un immobile all'altro o lasciare le persone in strada. Serve un lavoro coordinato tra istituzioni».

Ci sarà un rimpasto in giunta?
«Faremo una verifica sul programma. E il programma si fa o si cede il posto».

Tornando indietro, riprenderebbe Raffaele Marra in squadra? Lo ha più sentito?
«Direi che abbiamo voltato pagina. I cittadini preferiscono sapere cosa stiamo facendo per loro, il resto mi sembra un'inutile speculazione».

Cosa dice a chi, dentro M5S, sperava che lei fosse condannata?

«Dal M5S ho ricevuto messaggi di sostegno. Forse erano le opposizioni a sperare in una condanna e nel voto anticipato. Credo però che sia molto probabile che al voto anticipato si vada in Regione Lazio...».

Si è sentita isolata dai vertici del Movimento? Ha mai sentito Casaleggio in questi giorni?
«Ci siamo sentiti come si sentono normalmente gli amici prima di un momento importante».

Luigi Di Maio ha definito i giornalisti infimi sciacalli. Condivide o prende le distanze?
«Credo che i media si parlino addosso, ormai discutono più di se stessi che dei problemi che riguardano i cittadini. Io giudico le persone, non le categorie. Ci sono tanti giornalisti che fanno bene il proprio lavoro, poi c'è chi se ne approfitta per fare politica».

Tra due anni e mezzo andrà incontro al giudizio che conta di più, quello dei romani. Lo teme?
«I conti si fanno alla fine. Né io né i miei consiglieri li deluderemo».
 

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