Voto elettronico, si parte nel 2022: gli esperimenti per chi vive fuori regione

Voto elettronico, si parte nel 2022: gli esperimenti per chi vive fuori regione
di Marco Esposito
Sabato 17 Luglio 2021, 08:14
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In principio fu Avellino. Quasi vent'anni fa, il 7 ottobre 2001, in occasione del referendum per la riforma costituzionale del Titolo V (quella che diede più poteri alle Regioni) ad Avellino ci fu il primo esperimento europeo di voto elettronico. Gli elettori espressero il proprio giudizio due volte: con la tradizionale scheda cartacea e tramite un computer, anche se solo il primo voto fu effettivamente conteggiato. Nei giorni precedenti la consultazione elettorale i cittadini appartenenti alla sezione 1 della scuola elementare Regina Margherita furono invitati dal Comune di Avellino a ritirare una tessera elettorale elettronica sulla quale erano stati memorizzati i dati anagrafici e l'impronta dell'indice della mano destra, per effettuare il riconoscimento. Era il primo passo di un progetto europeo chiamato E-Poll e che però non è mai davvero decollato.

Ora ci si riprova - su spinta soprattutto dei Cinquestelle, da sempre paladini della democrazia digitale - e con obiettivi più ambiziosi: del resto la tecnologia in vent'anni ha fatto straordinari passi avanti, compresa la possibilità di accertare l'identità tramite Spid collegandosi al web in qualsiasi luogo del pianeta e non più raccogliendo le impronte. Il ministero dell'Interno e quello dell'Innovazione a firma dei ministri Luciana Lamorgese e Vittorio Colao hanno infatti approvato il decreto che dà il via alla sperimentazione mentre, a distanza di pochi giorni, un emendamento al decreto governance del Pnrr approvato dalla Camera ha definito alcuni dettagli, specificando che la fase pilota potrà riguardare non soltanto elezioni politiche, europee o referendum ma anche amministrative.

Non però nel 2021, per cui il voto di Napoli come di altre città del prossimo autunno sarà integralmente tradizionale. Infatti i tempi fissati dalla norma indicano il 31 ottobre 2021 per individuare le aree nelle quali si effettuerà la sperimentazione, con l'obiettivo di essere operativi con le consultazioni che si terranno nel 2022.

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Non sarà una sperimentazione su larga scala perché i fondi a disposizione, assegnati al comma 627 della legge di Bilancio per il 2020, ammontano ad appena un milione di euro. Ma l'importante dopo vent'anni di annunci è partire. Sono previste due fasi: nella prima ci sarà una semplice simulazione non necessariamente collegata a uno specifico evento elettorale e quindi ovviamente priva di qualsiasi effetto. Su base volontaria i potenziali ciberelettori potranno aderire all'esperimento che servirà a testare il sistema, anche se mancherà l'assalto degli hacker, vera prova-del-nove di una consultazione digitale. Nella seconda fase ci sarà il voto elettronico vero e proprio, stavolta con valore legale e, si assicura, con tutte garanzie di sicurezza.

L'obiettivo è offrire (all'inizio a un campione molto limitato) l'opzione di votare a distanza a cittadini italiani che vivono lontano dalla propria residenza, sia all'estero sia in regioni diverse dalla propria, per ragioni di studio, di lavoro o di cura. Cittadini, quindi, che in genere si astengono. «Nella fase di sperimentazione - si legge nel documento approvato - il voto elettronico costituisce una valida modalità alternativa al sistema di voto tradizionale. Gli elettori, conseguentemente, sono posti nella condizione di scegliere anticipatamente rispetto alla data fissata per la tornata elettorale, entro un termine prefissato, con quale modalità esercitare il proprio diritto di voto. In caso di mancato esercizio dell'opzione, resta ferma per l'elettore la possibilità di votare in presenza presso l'Ufficio elettorale della sezione di iscrizione nelle liste elettorali o per corrispondenza».

La scheda elettorale digitale sarà simile a quella cartacea, senza informazioni aggiuntive, e la decisione dell'elettore sarà effettiva solo dopo un clic finale di conferma, per evitare l'acquisizione da parte del sistema di voti effettuati per errore. In tutte le consultazioni sarà possibile votare «bianca», una scelta considerata legittima per esprimere la volontà dell'elettore, ma non annullare la scheda. Al contrario di quanto accadde nel 2001 ad Avellino, non sarà necessario recarsi in un luogo specifico per votare ma sarà sufficiente scaricare un'apposita App su qualsiasi dispositivo collegato a internet. Il voto, a seguito della conferma definitiva da parte dell'elettore, sarà acquisito dal sistema, sigillato con modalità informatiche e inserito in una sorta di urna elettronica.

L'elettore riceverà la conferma dal sistema che il voto è stato registrato e che la procedura è stata completata ma non la ricevuta con l'indicazione del voto espresso, anche se ovviamente nessuno può impedire di fotografare la schermata prima dell'invio del voto. «La tecnologia utilizzata - si assicura con spavalderia nel decreto - consente di rilevare, in ogni fase del procedimento di voto elettronico, eventuali alterazioni e influenze indebite». I voti digitali resteranno sigillati fino al momento dello scrutinio, che inizia dopo la chiusura delle operazioni di voto tradizionali: prima di togliere il sigillo digitale, i voti, privi di ogni tracciatura dell'istante di tempo in cui ciascun suffragio è stato espresso, saranno in qualche modo mescolati. Inoltre i voti e le informazioni sulla partecipazione al voto saranno crittografati. Anche per le attività di scrutinio saranno utilizzate tecnologie in grado, si assicura, «di rilevare eventuali alterazioni nel rispetto della segretezza del voto».
 

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