Asl Napoli commissariata, la decisione al Viminale

Asl Napoli commissariata, la decisione al Viminale
di Ettore Mautone e Adolfo Pappalardo
Domenica 31 Maggio 2020, 09:00
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È da giorni sulla scrivania del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese il dossier, frutto dell'indagine durata sei mesi e conclusa alla fine del 2019, della Commissione di accesso sulla Asl Napoli 1. Gli 007 ministeriali hanno lavorato a lungo al certosino vaglio di atti giudiziari, delibere assunte negli ultimi lustri, per stabilire se, nelle scelte adottate in questi anni, vi siano state commistioni e infiltrazioni camorristiche capaci di condizionare la vita di un cruciale servizio pubblico in città. Nel mirino ci sono in particolare alcuni ospedali di frontiera, in particolare il San Giovanni Bosco.

Un'ispezione che scaturisce dalle indagini dell'autorità giudiziaria (due inchieste della Dda sul San Giovanni tra il 2014 e 2019) sui clan attivi a Nord di Napoli in cui, tra l'altro, l'ex ristorante del presidio della Doganella sarebbe diventato uno dei centri logistici in cui nottetempo venivano riuniti summit di camorra e assunte decisioni criminali. Il Prefetto di Napoli Marco Valentini ha da giorni trasmesso i dati con un parere al ministero dell'Interno a cui ora spetta la decisione ultima. Quel che è certo, invece, è che l'iter per la valutazione degli atti è giunto alle battute finali ma ancora non è certo quando sarà messa nero su bianco la proposta firmata dal Ministro Lamorgese. Ma un eventuale scioglimento non è a stretto giro, fa filtrare ieri sera il Viminale dopo una giornata di durissimo scontro politico. «Nessuna decisione è stata assunta, fino ad ora, dal ministro dell'Interno in merito alla proposta di scioglimento. E' ancora in corso al Viminale la fase istruttoria affidata agli uffici competenti. Ma - si precisa - come con l'entrata in vigore del decreto legge 18/2020, che ha rimodulato i termini, il ministro dovrà eventualmente formulare la proposta al Cdm entro il prossimo mese di dicembre». Insomma, non se ne parla per ora. E, soprattutto, la vicenda non diventerà così capitolo di scontro durante le prossime regionali.
 


Ma naturalmente il caso ieri è materia di scontro politico. E in chiave antideluchiana. Non a caso la vicenda da una settimana è nel mirino di Luigi de Magistris e un pattuglia di parlamentari grillini oltre al senatore Sandro Ruotolo, eletto con l'appoggio del Pd e del sindaco di Napoli.

Non a caso, appena 9 giorni fa, è proprio il primo cittadino a rimettere al centro il commissariamento. «Continua ad esserci il silenzio più assoluto su una domanda che noi abbiamo posto: che fine ha fatto la procedura così delicata della commissione d'accesso per verificare le infiltrazioni della criminalità organizzata nella Asl Napoli 1? Non se ne sa più nulla - aggiunge l'ex pm - e di questi tempi ciò non mi tranquillizza perché si stanno gestendo decine e decine di milioni di euro sulla sanità». E dopo qualche giorno Sandro Ruotolo, insieme alle colleghe Loredana De Pretis e Paola Nugnes (la prima ex Sel, la seconda ex M5s»), presentano un'interrogazione al ministro Lamorgese, per conoscere la sua valutazione in merito allo scioglimento dell'Asl Na 1.

Infine ieri anche Matteo Salvini si scatena sulla vicenda. «Il governatore De Luca aveva parlato di atto ridicolo e cialtronesco, ma avevamo ragione noi. Perfino l'attuale governo ha acceso la luce sull'Asl 1 di Napoli, la più grande d'Europa con oltre 6mila dipendenti e in odore di camorra: iniziò a essere controllata con severità quando la Lega era al governo, anche se il presidente della Regione non gradì». «A quasi un anno dalla relazione a firma di parlamentari e consiglieri regionali campani M5s, a seguito della quale fummo ricevuti dal premier Conte - attacca la capogruppo regionale M5S e responsabile nazionale sanità Valeria Ciarambino - apprendiamo della decisione del ministro degli Interni di decretare lo scioglimento della più grande azienda sanitaria del Mezzogiorno. Una notizia che conferma quanto fossero fondate le nostre accuse». E se arrivasse lo scioglimento sarebbe comunque un duro colpo per il governatore. Perché in gioco c'è anche il destino del direttore generale Ciro Verdoliva, uomo di punta della task force regionale anti Covid.
Ma per lui ci sarebbe tuttavia la possibilità di guidare sia l'ospedale di Caserta sia il Ruggi di Salerno entrambe aziende prive di un direttore generale ma con una guida commissariale.

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