È una vera Babele di decisioni e comportamenti. AstraZeneca e i suoi rischi dividono i governi europei e non solo. Tutti in ordine sparso, tra divieti, limitazioni e aperture. E l’ultima riunione dei ministri della Salute dell’Unione europea non è servita a indicare una linea comune. Se l’Ema apre e dice che i vantaggi sono superiori al rischio trombosi sotto i 60 anni, in assenza di un unico criterio guida ogni governo si regola come vuole.
In Europa del nord, per ora, di AstraZeneca non se ne parla. Stop al vaccino fino al 15 aprile in Norvegia e Danimarca. La Svezia si dimostra più possibilista e apre all’AstraZeneca per chi ha età superiore ai 65 anni. L’Olanda è più rigida e ha bloccato questo vaccino, sospendendolo a data da destinarsi. Il blocco totale prevederebbe una deroga per gli over sessantenni, ma difficoltà di approvvigionamento e di costi hanno consigliato il governo olandese di estendere la sospensione a tutte le età. Il Belgio decide di vietarlo a chi ha meno di 50 anni, ma apre per chi ha un’età superiore. La Finlandia ritocca di poco il limite e riserva questo vaccino agli ultra 55enni. In Estonia un altro cambiamento del limite: si può vaccinare con l’AstraZeneca chi ha più di 60 anni.
L’Italia, dopo il sì anche dell’Aifa, si comporta con criteri misti: in generale, AstraZeneca per tutte le fasce d’età, senza limitazioni.
Sulla differenziazione in base all’età puntano anche Francia e Germania. Il governo di Macron riserva le dosi di AstraZeneca alle persone che hanno dai 55 anni in su. Una decisione presa, con dosi Pfizer e Moderna riservate ai più giovani. Rispetto all’Italia, l’età limite viene abbassata di cinque anni. La Germania, invece, ha stabilito una regola simile all’Italia: si vaccina con AstraZeneca solo chi ha più di 60 anni. Il governo tedesco ha spiegato che «la raccomandazione si basa su analisi approfondite della situazione attuale dei dati sulla situazione pandemica». E il Land di Berlino, in un Paese di ordinamento federale, ha deciso di dire stop alle vaccinazioni AstraZeneca per le donne sotto i 60 anni. Anche la Spagna ha deciso la sospensione per chi ha età inferiore ai 60 anni. Ma non è stata ancora deciso sulla regola da seguire per la seconda dose alla fascia d’età esclusa dall’AstraZeneca. Ha spiegato il ministro della Salute spagnola, Carolina Dias: «Aspettiamo evidenze scientifiche, potremmo anche per ora lasciare una sola dose che le schede tecniche sostengono offre già una copertura al 70 per cento». Indicazioni e controindicazioni con valutazioni dettate dai singoli organi tecnici di ogni Paese dell’Unione europea.
Chi ha abbandonato da poco l’Unione ha idee che non devono confrontarsi con gli altri Paesi europei. È il caso della Gran Bretagna, dove l’organo tecnico centrale, in sintonia con l’Ema, considera l’AstraZeneca di benefici superiori ai rischi. Solo agli adulti con età inferiore ai 30 anni viene data la possibilità di un «vaccino alternativo», se disponibile. Ma la scelta resta individuale: chi è sotto i 30 anni e accetta l’AstraZeneca può essere vaccinato con quel tipo di farmaco. Una restrizione decisa solo dopo i 79 casi di trombi nel sangue accertati nel Paese, di cui 19 mortali. Le autorità sanitarie inglesi sottolineano infatti che si tratta di «casi limite», di fronte a oltre 20 milioni di vaccinati con AstraZeneca.
Fuori dall’Europa, negli Stati Uniti il problema AstraZeneca non esiste. Questo tipo di farmaco infatti non è stato mai utilizzato. Ma gli americani hanno il vantaggio di produrre in proprio i vaccini, così come la Russia con il famoso Sputnik. Divieto in Corea del sud per chi ha meno di 60 anni. È davvero un ginepraio di scelte, ma la decisione sull’AstraZeneca è politico-amministrativa. Al di là di cosa dica l’Ema.