AstraZeneca e Johnson & Johnson, da Napoli un antidoto contro le trombosi dopo il vaccino

AstraZeneca e Johnson & Johnson, da Napoli un antidoto contro le trombosi dopo il vaccino
di Ettore Mautone
Domenica 18 Aprile 2021, 12:00 - Ultimo agg. 16:23
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Ci sarebbe un antidoto, un farmaco costoso ma già usato in clinica, in grado di scongiurare e di bloccare i rarissimi eventi tromboembolici innescati dai vaccini anti-Covid che utilizzano un adenovirus inattivato come vettore quali AstraZeneca ma anche Johnson & Johnson e lo stesso Sputnik. «Queste trombosi caratterizzate da una caduta delle piastrine avverte Gampiero Nitrato Izzo, ematologo, internista, primario dell'unità operativa dell'ospedale del mare - sarebbero causate da un particolare incrocio di fattori immunitari e genetici che nella risposta evocata per formare lo scudo protettivo contro Sars-Cov-2, finiscono per investire anche le proprie piastrine». Izzo cita due recentissimi lavori scientifici pubblicati su New England Journal of Medicine in cui si fa luce sulle complicazioni trombotiche in undici donne tedesche e austriache e cinque portoghesi. I sintomi dell'evento avverso, ossia forte mal di testa persistente, vomito, dolore addominale, comparsa di lividi, vista offuscata, segni neurologici, compaiono da 5 a 20 giorni dopo la vaccinazione e sono da mettere in relazione a un anticorpo diretto contro uno dei fattori della coagulazione Pf4 delle piastrine. 

In poche parole si formano auto-anticorpi che si legano a questi mattoncini della coagulazione e li attivano, determinando da un lato la loro penuria (il calo della conta delle piastrine all'esame del sangue) e dall'altro la formazione di coaguli e trombi anche in zone rare come le vene del cervello, dell'intestino, fegato o milza.

Un'evenienza nell'ordine di un caso su 100.000 e ad esito infausto in poche decine di casi su milioni di vaccinazioni praticate in Inghilterra dove il vaccino anglo-svedese ha avuto il merito di aver azzerato le morti causate dal Covid. La sindrome è stata battezzata trombocitopenia trombotica immune indotta da vaccino (il nome in codice inglese è Vitt). Sia Ema che Aifa le autorità regolatorie in Europa e in Italia hanno aggiornato le avvertenze del farmaco e consigliato la somministrazione a chi ha più di 60 anni dove non si hanno notizie di casi.

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Nella clinica esiste un'altra sindrome trombotica simile causata dall'eparina a basso peso molecolare, uno degli anticoagulanti più usati nella cura dell'infezione da Sars-Cov-2 che, a sua volta dà luogo in rari casi a fenomeni tromboembolici legandosi allo stesso fattore Pf4 delle piastrine e innescando auto-anticorpi. «Questo meccanismo anomalo dell'eparina legata alle piastrine lo conosciamo bene e lo abbiamo indagato anche in corso di pandemia per capire se fosse responsabile di almeno alcune delle trombosi che vedevamo in corso di infezione aggiunge Luigi Atripaldi, primario di medicina di laboratorio dell'ospedale dei Colli (Monaldi-Cotugno-Cto) - questa sindrome denominata Htt (molto simile alla Vitt) si può verificare ma la si può trattare con un farmaco molto costoso, un anticorpo specifico che è capace di spiazzare le proteine anomale che legano le piastrine. Lo stesso farmaco potrebbe essere usato nei rari casi di trombosi indotta dalle vaccinazioni. L'eparina aggiunge Atripaldi - pur ben tollerata, va usata sotto controllo medico. È utile una conta delle piastrine al tempo zero e poi dopo una settimana e a 14 giorni dal vaccino. In uno studio su 70 persone trattate con AstraZeneca abbiamo trovato in un 10 per cento di casi un'alterazione della coagulazione di lieve media entità legata soprattutto a precedenti infezione a Sars-Cov-2 misconosciute. In questi casi la vaccinazione si potrebbe limitare a una singola dose». Il tema si collega direttamente a quello della trombofilia genetica: «Andrebbero effettuate alcune indagini del pannello della trombofilia genetica (fattore II protrombina e fattore V leiden, Mthfr nelle sue due varianti C677T e A1298C) - conclude Corrado Perricone, ematologo - e va valutata la migliore strategia di intervento con l'accurato studio della bilancia emostatica». 

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