I primi mesi di un neonato sono i più impegnativi per i genitori ma anche i più emozionanti. È infatti in questa fase che si vivono tutte le evoluzioni del bebè, compreso il passaggio dall'allattamento al seno alle pappe. Il primo pasto "al cucchiaio" arriva intorno a 5 mesi di vita. La maggioranza degli italiani per questo passaggio seguono il metodo "classico", anche se il cosiddetto "auto-svezzamento" ha già conquistato il 36% delle famiglie del Belpaese. È il quadro descritto dallo studio "Nascita - Nascere e crescere in Italia", coordinato dal Laboratorio per la salute materno infantile dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, in collaborazione con l'Associazione culturale pediatri (Acp). Nel suo complesso, lo studio valuta una coorte di oltre 5mila neonati, ad oggi fino ai 3 mesi d'età, e 2mila bebè fino ai 2 anni, un campione rappresentativo della realtà italiana. Nell'ambito del progetto è stata effettuata un'analisi preliminare della prevalenza dell'allattamento al seno e la tempistica e modalità dello svezzamento in un campione di 809 neonati (51,3% maschi e 48,7% femmine, 44% residenti nel Nord Italia, 23% nel Centro e 33% nel Sud) nati a termine e con peso adeguato all'età gestazionale. I dati sono stati raccolti nelle prime tre visite di follow-up (i cosiddetti bilanci di salute). E i risultati sono stati presentati nel corso del 33esimo Congresso nazionale dell'Acp.
Dall'analisi emerge che lo svezzamento avviene in media a 5,3 mesi. Il 64% dei bambini viene ancora svezzato in modo tradizionale (cioè con un percorso che parte dai 6 mesi di vita ed è scandito da tappe precise che portano ad introdurre molto gradualmente i vari alimenti), mentre il 36% è stato svezzato con alimentazione complementare a richiesta (nota anche come auto- svezzamento), una modalità che punta ad assecondare di più e anche precocemente l'interesse del piccolo per il cibo. Secondo l'analisi degli esperti, il 72% dei bambini con alimentazione complementare a richiesta mangia gli stessi cibi dei genitori, mentre nel 28% dei casi il pasto è preparato appositamente per loro.