Venti geni possono predire il rischio di metastasi nel tumore al seno. Possono, cioè, segnalare per tempo l'insorgenza di complicanze successive. Si tratta di una firma molecolare costituita da geni espressi in alcuni tipi di cancro alla mammella. Questa consentirà di eseguire trattamenti personalizzati, adeguando così le terapie mediche e chirurgiche in base al pericolo effettivo della singola paziente.
Cancro al seno, fare sport riduce rischio mortalità
Aids, «curato dall'Hiv a Londra il secondo paziente». Il primo caso 12 anni fa
LA STRATEGIASharing a review article on The Lancet Oncology titled, "Immunotherapy and targeted therapy combinations in metastatic breast cancer" - personal view section https://t.co/ZGb4ljZms7
— Francisco J. Esteva (@BreastOncology) 4 marzo 2019
Lo studio, sostenuto dall'Associazione italiana ricerca cancro, è firmata dall'Istituto Europeo di Oncologia e dall'Università di Milano.
I FARMACI Ora, il passo successivo è quello di identificare i farmaci. «Stiamo programmando studi per dimostrare che le pazienti a basso rischio di recidiva possono essere trattate con approcci terapeutici più conservativi e meno aggressivi. L'obiettivo è quello di attaccare le cellule staminali tumorali proprio nel loro potenziale lesivo di sviluppare metastasi» commenta Paolo Veronesi, direttore del Programma di Senologia dell'Istituto. Antonio Caperna
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