L'Italia ha superato la drammatica soglia dei centomila morti dall'inizio della pandemia da coronavirus. Il report dell'Istituto superiore di sanità con i dati della Sorveglianza Integrata Covid 19 descrive le caratteristiche di 96.149 pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 nel nostro Paese. La Tabella 1 riporta la distribuzione geografica dei decessi secondo le tre fasi che hanno caratterizzato la pandemia dall’inizio al 1 marzo 2021: la prima ondata (marzo-maggio 2020), la fase di bassa incidenza (giugno-settembre 2020), e la seconda ondata (ottobre 2020- marzo 2021), quest’ultima ancora in corso.
Età media e sesso dei deceduti
Tra ottobre scorso e marzo, il 18,6% dei decessi per Covid-19 si è registrato in Lombardia, tra marzo e maggio dell'anno scorso era ben il 47,7%. L'età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-Cov-2 è 81 anni, più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l'infezione (48 anni).
Patologie preesistenti in un campione di deceduti
La tabella 2 presenta le più comuni patologie croniche preesistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione) in un campione di pazienti deceduti. Questo dato è stato ottenuto da 6.713 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche. Le cartelle cliniche sono inviate all’Iss dagli ospedali secondo tempistiche diverse, compatibilmente con le prioritarie delle attività svolte negli ospedali stessi. Il campione è quindi di tipo opportunistico, rappresenta solo i decessi in soggetti che hanno avuto necessità del ricovero, e le Regioni sono rappresentate cercando di conservare una proporzionalità rispetto al numero di decessi. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,6 (mediana 3, Deviazione Standard 2,1). Complessivamente, 206 pazienti (3,1% del campione) presentavano 0 patologie, 797 (11,9%) presentavano 1 patologia, 1242 (18,5%) presentavano 2 patologie e 4468 (66,6%) presentavano 3 o più patologie. Prima del ricovero in ospedale, il 21% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 13% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l'angiotensina).
La tabella 3 presenta le più comuni patologie croniche preesistenti nei pazienti deceduti distinte per uomini (n=4013) e donne (n=2700). Nelle donne il numero medio di patologie osservate è di 3,8 (mediana 4, Deviazione Standard 2,0). Negli uomini il numero medio di patologie osservate è di 3,5 (mediana 3, Deviazione Standard 2,1).
Confronto caratteristiche decessi nei 3 periodi marzo-maggio 2020, giugno-settembre 2020 e ottobre 2020 - marzo 2021
La tabella 3 riassume le principali caratteristiche dei decessi con COVID-19 avvenuti nei 3 periodi dall’inizio della pandemia nel 2020: il periodo iniziale (marzo-maggio 2020), il secondo periodo (giugno-settembre 2020) e il terzo (ottobre 2020 – marzo 2021), anche se quest’ultimo è ancora in corso. Complessivamente i dati erano rappresentativi del 7,1% dei deceduti dall’inizio della pandemia; in particolare, del 13,5% dei deceduti tra marzo e maggio 2020, del 28,5% dei deceduti tra giugno e settembre 2020 e del 2,8% dei deceduti tra ottobre 2020 e marzo 2021. Nell’intero arco temporale preso in considerazione, aumentano i decessi di persone con 3 o più patologie preesistenti e diminuiscono quelli con meno patologie o nessuna: ciò sembra indicare che nel secondo e nel terzo periodo i decessi riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore rispetto ai decessi relativi al primo trimestre (tabella 3). Estremamente diverso nei tre periodi è anche l’uso di farmaci, con una netta riduzione nell’utilizzo degli antivirali e un aumento nell’uso degli steroidi nel secondo e terzo periodo.
Diagnosi di ricovero in un campione di deceduti
Nel 90,4% delle persone decedute, di cui sono state analizzate le cartelle cliniche (N=6713), nella diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con SARS-CoV-2. In 600 casi (9,6% ) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione. In 83 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 195 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto-IMA, scompenso cardiaco, ictus), in 75 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 247 casi altre patologie.
Sintomi riportati in un campione di deceduti
La figura 4 mostra i sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nel campione di pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di cui sono state analizzate le cartelle cliniche (N=6713). Come mostrato nella figura, febbre, dispnea e tosse rappresentano i sintomi di più comune riscontro, meno comuni sono diarrea e emottisi. L’8,4% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
Complicanze
L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente riportata nel campione di deceduti per cui sono state analizzate le cartelle cliniche (93,7%), seguita da danno renale acuto (24,5%), sovrainfezione (19,7%) e danno miocardico acuto (10,7%).
Le terapie utilizzate
La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (86,0% dei casi), meno utilizzata quella steroidea (55,0%), più raramente la terapia antivirale (44,5%). Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di SARS-CoV-2. In 1473 casi (22,3%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie. Al 3,8% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi è stato somministrato Tocilizumab come terapia.