Il chimico, professione sanitaria:
confronto sulle nuove frontiere

Il chimico, professione sanitaria: confronto sulle nuove frontiere
Giovedì 11 Ottobre 2018, 19:23
3 Minuti di Lettura
Il ruolo e la professionalità del chimico all’interno del pianeta Sanità sono stati i temi al centro del convegno tenutosi a Napoli col patrocinio dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici e della Consulta Unitaria Interprofessionale di Napoli e Campania “Maurizio de Tilla”. Temi quanto mai attuali e di rilievo anche alla luce della nuova denominazione dell’Ordine dei Chimici. Un “cambio” voluto e regolato dalla Legge n°3 del 2018, in vigore dallo scorso febbraio, che ha definito i compiti e le funzioni del Consiglio Nazionale dei Chimici trasformandolo in Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici e ponendo gli iscritti sotto il controllo del Ministero della Salute. In pratica, le professioni dei chimici e dei fisici non vanno più concepite ed esercitate solo come professioni tecniche, ma anche sanitarie.

Moderati da Rossella Fasulo, consigliere-segretario dell’Ordine Regionale Chimici e Fisici della Campania, al convegno tenutosi presso l’Hotel Oriente sono intervenuti: Nausicaa Orlandi, presidente Federazione Nazionale Chimici e Fisici; Biagio Naviglio, presidente Ordine Regionale dei Chimici e Fisici Campania; Pierpaolo Orlandi, componente del Consiglio dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici e dei Fisici del Veneto e Mauro Bocciarelli, tesoriere FNCF.

«Abbiamo discusso - ha affermato il presidente dell’Ordine Biagio Naviglio – le competenze del Chimico ed illustrato la normativa che regola l’attività professionale ed anche il contributo degli Ordini Territoriali, in particolare quello della Campania, in vista della futura revisione delle competenze a seguito della nuova legislazione».

In effetti durante il dibattito sono stati analizzati i diversi aspetti e le problematiche della professione di Chimico in Italia. Professione a cui è stata finalmente riconosciuta, grazie alla Legge 3/18, un’importanza fondamentale per la salute e la sicurezza della collettività. Il Chimico è una figura chiave ed indispensabile in attività di ricerca, sviluppo, produzione e controllo garanzia proprio perché permette di utilizzare la competenza e conoscenza di questa scienza in tutte le attività della nostra società. Il chimico infatti è impegnato a tutelare la salute in tutti gli ambiti della vita quotidiana delle persone: sui luoghi di lavoro, sui prodotti che acquistano e che consumano, su quello che indossano e su quello che utilizzano sia a livello cosmetico sia farmaceutico. Settori “diversi” che beneficiano tutti del contributo professionale, scientifico e deontologico che i Chimici italiani sono chiamati a corrispondere nei confronti delle generazioni future e dell’ambiente.

Un altro aspetto chiave per i Chimici riguarda le scuole di specializzazione. Nel 2018, solo pochi Atenei hanno recepito l’esigenza formalizzata dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici di vedere finalmente aperte delle Scuole di Specializzazione specifiche per qualificare i Chimici in ambito sanitario. La Federazione ha iniziato quindi un percorso insieme al Ministero della Salute e due Università italiane per l’istituzione di una nuova scuola ad accesso misto (D.I. 716/2016) collocabile nell’Area dei Servizi Clinici, correlata alla “Valutazione e Gestione del Rischio Chimico - Analisi dei Rischi: Salute Umana e Ambiente” della durata di 3 anni accademici, pari a 180 CFU. La Scuola avrà lo scopo di formare figure professionali con specifiche competenze multidisciplinari necessarie per valutare e gestire i rischi derivanti dalla produzione e dall’uso di sostanze chimiche e loro miscele, nonché i rischi legati all’intero ciclo di vita di prodotti destinati ad usi specifici e coperti dalle normative sociali, di settore e di prodotto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA