Chirurgia plastica, diventa legge il registro per le protesi mammarie

Le regioni e province entro 180 giorni dovranno istituire il proprio albo che arricchisce con i loro dati quello nazionale

Francesco D’Andrea
Francesco D’Andrea
Mercoledì 8 Marzo 2023, 10:14 - Ultimo agg. 20:13
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Dal 2 febbraio 2023 entra in vigore il regolamento di istituzione del Registro nazionale degli impianti protesici mammari.

Le regioni e province italiane entro 180 giorni dovranno istituire il proprio albo che arricchisce con i loro dati quello nazionale.

Ci sono delle regioni, tra cui Liguria e Lombardia, dove dai dati emerge un aumento del 30% delle richieste delle protesi mammarie, e regioni quali Calabria, Sardegna e Friuli-Venezia Giulia dove è ancora presente un assenza di dati.

In Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca ha istituito una commissione ad hoc, la situazione allo stato attuale ce la dichiara il professore Francesco D’Andrea membro della commissione regionale sulle protesi mammarie e direttore del dipartimento di medicina estetica e chirurgia plastica dell’università Federico II: «Il registro delle protesi mammarie italiano, il primo a livello europeo ad essere obbligatorio e a raccogliere dati relativi all’ impianto e alla rimozione delle protesi, rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela della salute delle pazienti che impiantano protesi e per raccogliere dati utili alla comunità scientifica e ai produttori di protesi per migliorarne l’efficacia e l’efficienza».

Dal 2012 ad oggi oltre la metà delle pazienti della chirurgia plastica hanno ricevuto impianti tra 100 e 200 grammi (fino alla terza taglia di reggiseno scarsa, in relazione alla corporatura).

Il 40% sono arrivate fino a tre etti, il 15% quattro, il 4% cinque etti, appena l’2% sei etti. Tra le più diffuse, si menzionano le Protesi in gel di silicone aventi uno storico di oltre 40 anni di uso permettendo di poter valutare con precisione le statistiche di rischio. Eliminando alcuni falsi miti sulle protesi al seno: non provocano tumori, non sono causa di malattie autoimmuni.

«Le protesi attualmente disponibili sono sicure e ben tollerate - Continua il Professore Francesco D’Andrea - Sono utilizzate sia in campo oncologico, per ricostruite seni demoliti per asportare tumori, sia in estetica per ridare armonia a questa regione corporea così importante per una donna. Oggi si stimano circa 50mila interventi l’anno, e la Campania è una delle regione in cui si eseguono più interventi in assoluto sul territorio nazionale».

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Le protesi mammarie sono già dispositivi all’origine controllate, e sono una volta immesse sul mercato sorvegliate da parte del Ministero della salute. In Italia, solo gli specialisti in chirurgia plastica, chirurgia generale, chirurgia toracica e di ginecologia sono autorizzati ad inserire ed utilizzare protesi mammarie.

Per stabilire quali tipi di protesi risulta più adatta ed idonea al proprio fisico ci si deve rivolgere ad un professionista della materia

«Esiste una legge del 2012 che disciplina l’uso delle protesi mammarie e che aspettava il registro per essere operativa in tutti i suoi aspetti. Questo consentirà di tutelare chi richiede questa chirurgia, evitando che chiunque possa eseguire questi interventi. Non sarà più consentito infatti che in maniera incontrollata il semplice laureato in medicina o lo specialista in discipline lontane dalla chirurgia plastica possa impiantare protesi. Il registro infatti consentirà la tracciabilità degli impianti ma anche di chi li ha impiantati. Mettendo uno stop importante all’abusivismo della professione per risultati sicuri ed efficaci bisogna sempre rivolgersi a specialisti del settore».

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