Controlli anti-Covid, stretta Viminale:
al via le verifiche all’uscita dei treni

Controlli anti-Covid, stretta Viminale: al via le verifiche all’uscita dei treni
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 26 Novembre 2021, 06:57 - Ultimo agg. 27 Novembre, 09:00
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Partire subito di grande impeto non solo nell’effettuare i controlli, ma offrire anche la netta percezione che non ci saranno grandi spazi per coloro che vorranno trasgredire o aggirare le regole sulla certificazione verde, che sia il pass Super o standard. Tolleranza zero. Al secondo piano del Viminale, lì dove ci sono gli uffici del ministro Luciana Lamorgese, si sta mettendo a punto il piano per rinforzare i controlli così come chiesto dal premier Draghi nel nuovo decreto per il contenimento dei contagi. L’obiettivo - quasi dickensiano - è salvare il Natale. Tra i tecnici del ministero dell’Interno ci sono già alcune idee per facilitare il lavoro delle prefetture che saranno in prima linea sui territori. Idee che, probabilmente, confluiranno nelle prossime ore in una sorta di vademecum per i singoli prefetti che potranno poi perfezionarlo in base alle esigenze che di volta in volta si presenteranno nelle province di riferimento. Poche indicazioni e chiare. 

E per i controlli anti-covid è stata quasi inaugurata una nuova figura: il prefetto-manager. Non solo in ogni città bisognerà provvedere a dedicare il massimo sforzo per le verifiche dei Green pass, ma ogni prefettura dovrà pure inviare al Viminale settimanalmente - come indica il nuovo decreto - un report al ministero con tutti i dati delle persone controllate e delle eventuali sanzioni. Un ceck costante, uno a settimana, proprio come avviene con la raccolta e diffusione dei dati del ministero della Salute su contagi, ricoveri e decessi. In base alle statistiche - ove ci fossero dei deficit nell’azione di controllo - sarà poi il ministero dell’Interno ad intervenire per trovare delle soluzioni. 

Fin qui le intenzioni, poi bisognerà mettere in pratica le indicazioni del nuovo dl e non sarà una sfida agevole. Ogni prefettura tra oggi e domani istituirà dei tavoli di sicurezza con i sindaci e i vertici locali delle forze dell’ordine per mettere a punto le strategie.

Il nodo principale riguarda la vera novità del decreto: i controlli sui trasporti pubblici locali, lì dove fino a ieri non era richiesto alcun tipo di lasciapassare mentre dal 6 dicembre servirà almeno un tampone negativo. Ci saranno controlli a campione, ma l’imperativo è dare una percezione reale e d’impatto della loro efficacia. La sfida più complessa riguarda gli autobus, l’idea che si sta valutando in queste ore al Viminale è procedere ai controlli a campione direttamente alle fermate, troppo complesso ipotizzare di far salire a bordo gli agenti. Alcune città stanno valutando di rivolgersi anche a vigilantes privati, ma è un punto proceduralmente delicato che andrà approfondito nei prossimi giorni con il ministero dell’Interno e, inoltre, potranno ricorrervi solo quei Comuni che hanno a disposizione dei budget adeguati da stanziare (improbo in città in difficoltà finanziarie come Roma o Napoli). Un po’ più agevole, nelle grandi città, la verifica nelle metropolitane o nei treni regionali. Anche qui saranno privilegiati i controlli a terra e non a bordo. Per avere da subito un impatto si sta pensando di posizionare i controlli dei Green pass all’uscita delle stazioni più frequentate e far scattare le multe per chi non è in possesso almeno di un recente tampone negative. C’è stato un dibattito tra gli addetti ai lavori se implementare i controlli direttamente all’ingresso delle stazioni e non far accedere chi è sprovvisto del lasciapassare, ma in un primo momento si vuole privilegiare anche l’aspetto dissuasivo delle multe. Il ragionamento alla base è che in un anno e mezzo di pandemia le forze dell’ordine hanno elevato sanzione, ma hanno anche cercato di dialogare con la cittadinanza per far comprendere l’importanza e il valore di queste regole. 

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Ogni prefettura deciderà come meglio procedere con i controlli. Al momento si prevede che ci saranno prevalentemente agenti di polizia nelle stazioni di treni e metro delle grandi città, sarà chiesto uno sforzo alla capillare rete dei carabinieri per le province e le periferie, infine una grande mano servirà dalle polizie locali anche per quanto concerne i controlli in bar, ristoranti e hotel. Al Viminale, così come al ministero della Difesa, sono anche alle prese con i circa 90mila no vax tra personale delle forze armate e dell’ordine che ora saranno obbligati al vaccino con alcune sigle sindacali già sul piede di guerra. 

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