Coronavirus, indice R0, terapie intensive e tamponi: l'algoritmo che deciderà nuove chiusure

Coronavirus, indice R0, terapie intensive e tamponi: l'algoritmo che deciderà nuove chiusure
Coronavirus, indice R0, terapie intensive e tamponi: l'algoritmo che deciderà nuove chiusure
di Mauro Evangelisti
Giovedì 30 Aprile 2020, 11:13 - Ultimo agg. 16:39
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Se l'R0, l'indicatore di velocità di diffusione del virus si avvicinerà troppo a 1, se il 70 per cento delle terapie intensive saranno occupate, se non si riuscirà a eseguire i tamponi in almeno cinque giorni, scatterà l'alert. Bisognerà costantemente avere una riduzione del 60 per cento dei contagi e ogni 14 giorni ci sarà una rivalutazione di come stanno andando le cose.

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SISTEMA DI ALLARME
Sarà un algoritmo, basato su una serie di indicatori a determinare l'accensione della spia rossa che, durante la fase due, imporrà al governatore di una singola regione di disporre nuove chiusure d'intesa con il ministero della Salute. Il rafforzamento del lockdown potrà interessare tutto il territorio della regione, ma anche singole aree limitate dove prevedere delle zone rosse per circoscrivere il contagio. Il provvedimento del ministro della Salute, Roberto Speranza, sarà varato in queste ore e andrà ad applicare il comma 11 dell'articolo 2 dell'ultimo Dpcm che disegna lo scenario della fase due. Nell'allegato 10 c'è anche un complicato schema sul sistema di monitoraggio dell'andamento del contagio in tutte le regioni.

Ieri, con una videoconferenza di un paio di ore, Speranza ne ha parlato con gli assessori regionali alla Salute (per il Lazio c'era D'Amato, ma per altre regioni c'erano i presidenti come Bonaccini dell'Emilia-Romagna, Zaia del Veneto ed Emiliano della Puglia). Per andare a sia pur parziali aperture delle attività produttive e commerciali, serve un sistema di sorveglianza, calato sui differenti territori: per questo ogni giorno le regioni dovranno inviare al Ministero della Salute i dati sull'andamento dell'epidemia e sulla risposta degli ospedali. All'interno del governo c'è anche un'altra partita in corso ed è quella delle risorse da assicurare al sistema sanitario per essere pronti a rispondere a una seconda ondata in autunno.

Speranza vorrebbe rendere stabili i nuovi posti di terapia intensiva allestiti in tutta Italia (nei giorni del picco siamo arrivati a 9.500), ma allo stesso tempo anche garantire il funzionamento di reparti e sale operatorie chiusi e o riconvertiti nel pieno dell'emergenza. Se non si trova un equilibrio, la risposta a Covid-10, per quanto necessaria, rischia di avere come effetto collaterale l'allungamento delle liste di attesa e un'assistenza non di qualità per altre patologie. Gli investimenti in ballo sono di circa un miliardo di euro.

INTESA
Il ministro Speranza ha ricordato, parlando al Tg1: «Con le Regioni c'è un lavoro molto proficuo in corso, io penso che dobbiamo essere uniti e lavorare tutti insieme per dare risposta ad un'emergenza senza precedenti. Stiamo lavorando proprio in queste ore ad un protocollo capace di monitorare con molta maggiore accuratezza che cosa avviene in ogni singolo territorio. Questa sarà un'arma fondamentale per gestire la fase 2». Anche perché, è l'avvertimento del ministro, «siamo ancora dentro l'epidemia, sarebbe bello poter dire che siamo già dentro una fase totalmente nuova, ma non sarebbe corretto e il governo ha l'obbligo di dire la verità».

Ma rivediamo più nel dettaglio come funzionerà il sistema degli indicatori a partire dal 4 maggio quando scatterà la fase 2: sono criteri di monitoraggio dell'epidemia regione per regione, che guardano anche alla percentuale dei positivi in base ai tamponi eseguiti. Conteranno, recita il Dpcm, «stabilità di trasmissione, servizi sanitari non sovraccarichi, attività di readiness (che fa capo ai sistemi di prevenzione della Protezione Civile), abilità di testare tempestivamente tutti i casi sospetti, possibilità di garantire adeguate risorse per il contact-tracing, l'isolamento e la quarantena». «Il 4 maggio è una prima tappa fondamentale - ha aggiunto Speranza - ma poi bisognerà essere tutti all'altezza di questa sfida, perché l'andamento dell'indice di contagio dipenderà dai nostri comportamenti».

 

 
 
 

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