Coronavirus, interrotti i test con la clorochina: «Troppi morti per effetti collaterali»

Coronavirus, interrotti i test con la clorochina: «Troppi morti per effetti collaterali»
Coronavirus, interrotti i test con la clorochina: «Troppi morti per effetti collaterali»
Mercoledì 15 Aprile 2020, 13:30 - Ultimo agg. 15:59
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In assenza di un vaccino specifico per prevenire il contagio, la sanità mondiale ora si concentra su una possibile cura dei pazienti che hanno contratto il coronavirus. L'unico modo per farlo è eseguire dei test sui pazienti malati attraverso altri farmaci, specifici per infezioni e patologie piuttosto diverse dal Covid-19, ma che hanno alcuni piccoli tratti analoghi. È il caso, ad esempio, della clorochina, un farmaco contro la malaria già sperimentato in diversi paesi del mondo. Dal Brasile, il paese che per primo lo ha testato, arrivano però delle notizie scoraggianti. 



Lo studio con la clorochina condotto in Brasile è stato infatti interrotto per motivi di sicurezzai pazienti con coronavirus che avevano assunto una dose elevata del farmaco - ritenuta necessaria, in teoria, per bloccare la diffusione della malattia - hanno accusato effetti collaterali come l'aritmia aumentandone il rischio di soffrire un infarto.

L'analisi del rapporto tra rischi e benefici ha indotto medici, scienziati e ricercatori brasiliani a suggerire di percorrere un'altra strada. Non si è abbastanza certi dell'efficacia della cura e ora si è anche scoperto che i pazienti rischiano di morire per gli effetti stessi dell'alto dosaggio. I numeri purtroppo lo confermano: il test è stato svolto su 81 pazienti ricoverati a Manaus da ricercatori del team CloroCovid-19, composto da scienziati di 21 istituzioni e guidata dalla Fondazione di medicina tropicale Dott. Heitor Vieira Dourado, del governo dello Stato di Amazzonia. Tra i pazienti che sono stati sottoposti al dosaggio più alto, si è registrato infatti un tasso di mortalità del 17%.

L'uso esteso di clorochina e idrossiclorochina come profilassi e trattamento per il Covid-19 - promosso, tra gli altri, dal presidente americano Donald Trump e da quello brasiliano Jair Bolsonaro - è stato nel frattempo scoraggiato ufficialmente dall'Accademia brasiliana di scienze brasiliana e dall'Accademia brasiliana di medicina. La paura degli esperti riguarda gli effetti collaterali dei due farmaci, principalmente per i pazienti con malattie cardiovascolari, diabete e cancro, ovvero proprio i gruppi più vulnerabili al coronavirus.

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