Coronavirus, ecco come avviene il contagio: così la scienza mostra i rischi e le abitudini più pericolose

Coronavirus, ecco come avviene il contagio: così la scienza mostra i rischi e le abitudini più pericolose
Coronavirus, ecco come avviene il contagio: così la scienza mostra i rischi e le abitudini più pericolose
di Silvia Natella
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 12:29 - Ultimo agg. 14:02
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Coronavirus, ecco come avviene il contagio: così la scienza mostra le abitudini più pericolose. La seconda ondata della pandemia spaventa tutto il mondo e in Europa si fanno via via più concrete le ipotesi di lockdown generalizzati, ma come avviene il contagio? Il quotidiano spagnolo El Pais ha realizzato, sulla base di dati scientifici, una simulazione grafica per mostrare l'esposizione al rischio nei luoghi chiusi e spiegare cosa c'è dietro ai provvedimenti che tanto incidono sulla vita dei cittadini

 In Italia l'ultimo Dpcm emanato dal governo Conte ha sollevato un coro di proteste, che in alcuni casi si sono trasformate in manifestazioni di piazza e guerriglia urbana (per infiltrazioni di facinorosi ed estremisti). Alle categorie più colpite dalle restrizioni sfugge la logica di queste decisioni e c'è chi chiede che il Comitato Scientifico diffonda i dati  in suo possesso. La video simulazione fatta da El Pais parte dalle analisi del professor José Luis Jiménez dell'Università del Colorado sulle modalità attualmente riconosciute di trasmissione del Covid-19. 

1) CONTATTO DIRETTO Un soggetto infetto contagia uno sano con le gocce espulse mentre parla o tossisce. Goccioline che finiscono nel naso, nella bocca e negli occhi. 

2) CONTAGIO DA AEROSOL Si ha quando si esalano le invisibili particelle infettive. Se non c'è una buona ventilazione rimangono sospese e si condensano. 

3) SUPERFICI CONTAMINATE Il contagio attraverso questa modalità è più raro, ma è sempre meglio essere attenti all'igiene. 

È ormai assodato che le mascherine adatte e indossate correttamente frenano la corsa del virus, per cui gli scienziati hanno spostato l'attenzione sull'esposizione in luogo chiuso e sulla modalità "aerosol".

La propagazione delle famose goccioline, inoltre, aumenta anche in base all'eventualità che il soggetto parli, gridi o canti. 

L'infografica prende in esame un primo caso di possibile contagio in una casa privata. Si esamina quello che accade in un salotto con sei persone di cui una infetta. Dopo quattro ore senza alcuna precauzione (mascherine, distanziamento, aerazione insufficiente) resterebbero contagiati tutti. Se i presenti coprissero naso e bocca, il rischio si ridurrebbe a quattro contagi, dal momento che le mascherine non bastano se l'esposizione in luoghi chiusi è molto lunga. Come spiega il quotidiano spagnolo, il rischio di contagio si riduce a una persona quando il gruppo utilizza le mascherine, riduce della metà la durata dell'incontro e arieggia la stanza.

Il secondo caso prende in esame un luogo pubblico con 15 persone, tra cui una infetta. Se le porte sono chiuse e non c'è ventilazione vengono infettati tutti gli altri. Sempre tenendo conto di un'esposizione di quattro ore, se tutti indossassero la mascherina il contagio si ridurrebbe a otto persone. Se si aggiungesse una corretta aerazione, con il ricorso ai condizionatori, la probabilità di contagio si ridurrebbe a una sola persona.

L'ultimo caso è quelo di un'aula scolastica. Secondo El Pais il rischio è più alto se è il docente a essere positivo e senza mascherina, dal momento che può parlare per ore. Se l'aula non fosse arieggiata e gli alunni passassero due ore in classe senza prendere alcuna precauzione, il contagio potrebbe raggiungere fino a 12 studenti. Se nell'aula tutti utilizzassero le mascherine, ma rimanendo senza ventilazione,  il rischio si ridurrebbe a cinque studenti. Non ci sarebbe alcun pericolo se ci si fermasse dopo un'ora per rinnovare completamente l'aria.

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