Covid e lockdown, troppi videogiochi: a Napoli è allarme crisi epilettiche nei bambini

Covid e lockdown, troppi videogiochi: a Napoli è allarme crisi epilettiche nei bambini
di Melina Chiapparino
Lunedì 9 Novembre 2020, 00:15 - Ultimo agg. 12:56
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«La salute dei bambini è a rischio per l’uso eccessivo di device digitali e della tecnologia». La raccomandazione è di vigliare sui minori che, da dopo il lockdown, hanno incrementato l’impiego di smartphone, tablet e computer con conseguenze, anche gravi, sul loro stato psicofisico. Non si tratta di un semplice appello ma di uno studio scientifico basato sui dati raccolti all’ospedale Santobono di Napoli e analizzati dall’equipe della Unità Operativa Complessa di Neurologia, diretta da Antonio Varone in collaborazione con il dipartimento di Emergenza, diretto da Vincenzo Tipo. La ricerca partenopea ha registrato «durante il periodo di lockdown, tra marzo e aprile 2020, un aumento del numero degli accessi, in pronto soccorso, per crisi epilettiche nei bambini di età compresa tra i 4 e 14 anni» spiegano i primari che sottolineano l’attualità del problema. «I casi di crisi convulsive ed epilettiche si sono almeno raddoppiati e l’emergenza è in corso - aggiungono Varone e Tipo - perciò bisogna intervenire e sensibilizzare genitori e pediatri». 

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Lo studio dei primari napoletani che si è conquistato anche la pubblicazione sulla rivista internazionale “Neurological Sciences”, denuncia l’eccessivo utilizzo di device in età pediatrica e la conseguente alterazione della qualità del sonno. «Oggi, si sono consolidate le cattive abitudini acquisite durante il lockdown, dove la necessità di rimanere in casa ha inevitabilmente indotto i bimbi ad abusare dei media device» spiega Varone che ha documentato un incremento dei ricoveri di bimbi colpiti da epilessia e crisi convulsive con un numero di pazienti triplicato rispetto alle statistiche antecedenti alla pandemia. «I bambini non solo trascorrono più tempo utilizzando gli strumenti tecnologici ma, spesso, li usano in contemporanea, abbinando device di diverso tipo» continua Varone che si raccomanda su quanto sia «pericoloso l’uso notturno dei mezzi tecnologici». I dati parlano chiaro. «Il 25% dei piccoli che arrivano in pronto soccorso hanno avuto la crisi mentre stavano utilizzando i device di notte mentre negli altri casi, il problema clinico interviene a distanza di 3 ore di latenza dall’uso della tecnologia». L’incidenza delle crisi che coinvolgono in parti uguali maschi e femmine, riguarda una grande percentuale di bimbi “sani”. In pratica, il 35% dei pazienti è al primo episodio convulsivo o epilettico mentre il 65% dei casi riguarda bimbi già sofferenti di patologie ma che da tempo non avevano avuto problemi perché in «equilibrio clinico». 

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«Il caso più grave che abbiamo trattato riguardava un bimbo che era convinto di vivere la realtà del videogioco che gli aveva scatenato la crisi» racconta Tipo che pur evidenziando l’episodio come «estremo e causato da un violento stato confusionale» ribadisce come la media di ore trascorse con i media device sia passata da 2-3 fino a 12 ore quotidiane, provocando potenti alterazioni del ciclo del sonno. L’equipe del pronto soccorso, coadiuvata dalle pediatre Selvaggia Lenta e Onorina Di Mita, ha indicato anche come un uso corretto di questi strumenti, possa produrre effetti benefici sullo sviluppo cognitivo in età pediatrica. «La didattica a distanza, così come un uso funzionale dei device che non sia esclusivamente ludico e con tempi e modalità adeguate all’utenza pediatrica, non provocano nessun danno - spiega Tipo - il problema sono gli stimoli stressanti, violenti ed emotivamente troppo intensi che per tempi prolungati, provocano alterazioni del ciclo del sonno e degli equilibri psicofisici». L’appello dei primari è di «controllare i minori, vietargli l’uso notturno dei device e limitare quello in ore serali ma soprattutto educare tutti ad un corretto uso della tecnologia».
 

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