Coronavirus Roma, la dottoressa del Gemelli: «Il futuro è l'isolamento: stop ai centri estivi e alle gare sportive»

Coronavirus Roma, la dottoressa del Gemelli: «Il futuro è l'isolamento: stop ai centri estivi e alle gare sportive»
di Raffaella Troili
Martedì 7 Aprile 2020, 10:56 - Ultimo agg. 8 Aprile, 16:24
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Ancora una boccata d’ossigeno dai dati di oggi. Che ne pensa dottoressa Patrizia Laurenti, professore associato di Igiene dell’università Cattolica - Policlinico Gemelli?
«Si confermano il trend favorevole e allo stesso tempo la criticità delle case di riposo. Gli ospedali si sono attrezzati in modo eccellente hanno tratto insegnamento purtroppo dall’esperienza lombarda. Le variazioni minime dei numeri ci permettono di porre l’attenzione su quelli che sono gli aspetti delicati del sistema, appunto le strutture che ospitano anziani fragili e che possono diventare focolai».

Sono rsa e case di riposo l’anello debole del sistema.
«Vanno protette, come si è riusciti a fare negli ospedali dove si è fatta una separazione dei percorsi, bisogna fare attenzione alle procedure messe in campo perché ad oggi sono lì i pazienti maggiormente colpiti. E questo suona come un campanello d’allarme».

Negli ospedali l’emergenza è passata?
«Si sta riducendo il sovraccarico specie nelle terapie intensive, ci si sta evidentemente organizzando sul territorio per assistere i pazienti».

Sul territorio non tutto è a regime.
«Si sta attivando per capire come poter decongestionare gli ospedali, usando strutture e alberghi. Ma è molto importante accompagnare i medici di medicina generale e delle Asl, che stanno già lavorando bene, per supportarli nella gestione dell’epidemia. Perché un ruolo grande lo svolgono gli asintomatici».

Quali restano i punti di partenza?
«Isolamento, distanza, uso delle mascherine, protezioni igieniche. Finora i risultati ci sono stati dopo tutte le azioni messe in campo, non eclatanti ma importanti. Andremo avanti così almeno fino a Pasqua. Siamo a metà dell’opera, siamo sopra la montagna, diciamo così, adesso dobbiamo fare la discesa».

Cosa ci aspetta?
«Il nostro futuro sarà la distanza: evitare gli assembramenti, dimenticare iniziative sportive, sociali, culturali in cui ci si possa trovare in tanti, dalla scuola ai centri estivi. La vedo molto difficile che si possano realizzare iniziative di servizio di qui a pochi mesi. Dovremo continuare a vivere rispettando la distanza e portando le mascherine correttamente al di sopra del naso per un bel po di tempo. E non ci dimentichiamo l’igiene delle mani teniamo sempre un gel in borsa, anche dopo aver tolto la mascherina, conviene usarlo. Poi vediamo cosa ci proporrà il Governo, la strada è abbastanza chiara, riaprire alcune attività produttive per i motivi sociali ed economici che abbiamo presenti».

Conviveremo con il virus? 
«Ci accompagnerà, diminuirà la circolazione ma non sparirà, tutti speriamo in questo vaccino. Non potremo di fatto mai abbassare la guardia, L’assessore D’Amato è stato chiaro: la vaccinazione influenzale avrà un ruolo importante per evitare confusione, dunque per favore vacciniamo gli ultra 65enni, gli operatori sanitari e le altre fasce della popolazione che ci rientrano per evitare confusione epidemiologica e diagnostica quando si dovesse rinfocolare il virus».

Ma come vivremo?
«È possibile che avremo meno restrizioni, non zero. Niente concerti per esempio. Il bagno al mare? Nel rispetto della distanza, evitando assembramenti, anche gli stabilimenti balneari dovranno ricollocare gli ombrelloni, in base alle distanze, dovremo modificare il nostro modo di vivere». 

Qual è la sua idea sui tamponi?
«Non possono essere estesi a tutti, devono essere utili a contenere la diffusione della pandemia, ha senso farli a chi è a contatto con casi di infezione, esempio gli operatori sanitari, per capire come circola il virus, mettere in campo misure di contenimento ed evitare una nuova esplosione. Interessante anche attendere lo sviluppo dei test sierologici».

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