Covid-19, il virus è cambiato ma è sempre pericoloso: resta l'allarme autunno

Covid-19, il virus è cambiato ma è sempre pericoloso: resta l'allarme autunno
di Lucilla Vazza
Sabato 9 Maggio 2020, 11:00 - Ultimo agg. 17:26
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Nelle ultime settimane l'Italia registra un notevole calo dei numeri dell'epidemia da coronavirus. Le colonnine dei dati diffusi ogni giorno dalla Protezione civile fotografano l'effetto positivo della quarantena e del distanziamento sociale, che significa concretamente meno contagi e quindi meno ricoveri e decessi. Ma accanto all'effetto benefico del lockdown, nella narrazione mediatica si fa strada l'ipotesi di un indebolimento del virus, che progressivamente starebbe perdendo la sua letalità pur rimanendo altamente contagioso. C'è chi pensa che con il caldo sparirà e chi sostiene che sia stato creato in laboratorio per danneggiare le economie occidentali. Cosa c'è di vero e cos'è assolutamente falso? Lo abbiamo chiesto a due importanti microbiologi, Antonio Cassone, già direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Iss e docente di Microbiologia all'Università di Perugia, e a Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-Medico di Roma, per fare chiarezza ed evitare pericolosa disinformazione.
 


È vero che il virus sta mutando?
SarsCov2 è un coronavirus a Rna e, per sua natura, muta in continuazione. Quando si riproduce fa degli errori che non riesce più a correggere e dunque cambia. Ma per l'80% della sua struttura rimane identico: sono per lo più mutazioni transitorie, che durano qualche settimana per poi magari sparire, perché non gli servono.

Il virus che circola in Europa è diverso da quello cinese?
Ci sono varie differenze rispetto alla Cina, quella più importante, che abbiamo visto anche in Italia negli studi del Sacco di Milano, è la mutazione D614G nella proteina spike del coronavirus che permette una maggiore capacità, con meno quantità di virus, di aggredire le nostre cellule. Questo dimostrerebbe una maggiore contagiosità del ceppo europeo e americano rispetto a quello cinese. Ma su questo devono essere perfezionati gli studi. Da molti indizi di laboratorio sappiamo che da noi il virus è stato più letale e più contagioso che in Cina: nella scienza gli indizi non fanno una prova, ma indicano una strada.

I contagiati sembrano ora meno gravi rispetto alle prime settimane: il virus si è indebolito?
Sono passati dei mesi dal suo arrivo e il coronavirus sicuramente è cambiato, ma non ci sono prove che sia diventato più debole. Certo è che il virus sta circolando molto meno per effetto del lockdown, del distanziamento sociale e dei dispositivi di protezione. È vero poi che i clinici conoscono la malattia sempre meglio. Si fanno molti più tamponi e individuano migliaia di casi lievi, che vengono gestiti precocemente i sintomi con una migliore prognosi. Nella prima fase le strutture sanitarie sono state travolte e si riuscivano a fare diagnosi solo sui casi gravi, spesso con polmoniti avanzate: la gran parte dei casi leggeri era quasi completamente sconosciuta. Ora si riesce a studiare il comportamento della malattia nelle fasi iniziali e si è capito che colpisce altri organi oltre ai polmoni. Non possiamo dimostrare che il virus sia più debole ma di sicuro si è rafforzata la conoscenza della Covid-19. Anche se non abbiamo cure specifiche, abbiamo tante sperimentazioni e terapie che stanno dando buoni risultati.

Fattore estate: anche il virus col caldo va in vacanza?
Assolutamente no, il virus non va in vacanza, per questo bisogna continuare a mantenere rigorosamente tutte le misure di distanziamento fisico, che stanno evitando in tutto il mondo milioni di contagi e di morti. Come altri coronavirus potrebbe indebolirsi, ma non è dimostrato. Col caldo secco potrebbe rimanere sotto traccia per essere pronto poi a riesplodere in autunno. D'estate cambia il comportamento delle persone per effetto del caldo, si sta di più all'aria aperta, questo aiuta a diminuire i contagi, ma solo se si rispettano le precauzioni.

Il virus potrebbe non essere naturale, ma creato in laboratorio?
No, ha origine animale, precisamente dal pipistrello. Chi sta studiando il virus e ha potuto sequenziarne il genoma e codificarne le caratteristiche ha escluso la possibilità che sia stato creato in laboratorio. Perché chi crea e modifica virus lascia tracce che non possono essere cancellate e che i ricercatori conoscono bene. Quello che non si può escludere a priori è che il virus sia stato studiato in laboratorio e che possa essere sfuggito, ma non vi è alcuna prova di questa eventualità che per ora è solo teorica.

I ricercatori italiani stanno facendo un buon lavoro sullo studio del virus?
Sì.
La medicina e la ricerca scientifica in Italia sono di altissimo livello, nonostante la storica carenza di risorse. Medici e infermieri hanno fatto e stanno facendo miracoli nonostante le difficoltà e ogni giorno aumentano le conoscenze. Questo non è banale. 

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