Covid, perché alcuni bambini sviluppano la sindrome infiammatoria multisistemica? Uno studio ha scoperto i marcatori

Covid, perché alcuni bambini sviluppano la sindrome infiammatoria multisistemica? Uno studio ha scoperto i marcatori
Giovedì 17 Febbraio 2022, 16:48 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 13:39
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Alcuni bambini sono geneticamente predisposti alla sindrome multisistemica, una rara complicanza del Covid. Trovate i segnali spia che nei bambini sono legati alle forme più gravi di Covid-19, ossia alle infiammazioni simili alla Malattia di Kawasaki e alla sindrome da shock tossico (Mis-C). Il risultato si deve alla ricerca condotta fra Stati Uniti e Italia, con il Policlinico San Matteo di Pavia, e pubblicata sulla rivista Nature Medicine.

I ricercatori hanno cercato di comprendere l'andamento di vari marcatori immunitari di infiammazione tra i bambini con Covid-19 e in quelli con MIS-C e, in questo modo, hanno identificato dei marcatori di malattia che permettono di fare chiarezza su come, in alcuni bambini geneticamente predisposti, si possa sviluppare una rara complicanza del Covid-19 cioè la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C), una condizione rara e grave in cui si verifica un processo infiammatorio che colpisce diversi organi e può mettere a rischio la vita.

È emerso così che, sebbene i bambini sviluppino risposte immunitarie innate più potenti ed efficaci nei confronti del virus SarsCoV2 rispetto agli adulti, ci sono casi di bambini geneticamente predisposti a sviluppare la Mis-C, con un aumento dei livelli di diversi biomarcatori infiammatori precoce e incontrollato. Ad avere individuato i marcatori è la ricerca coordinata da Luigi Daniele Notarangelo, direttore dell'area immunologica dell'Istituto nazionale americano di allergie e malattie infettive (Niaid), trasferito negli Stati Uniti dopo la laurea e la specializzazione in Pediatria a Pavia. Tra i primi firmatari del lavoro c'è un giovane ricercatore della Pediatria pavese, Riccardo Castagnoli, che ha sviluppato questa ricerca internazionale direttamente negli Stati Uniti; dall'Italia ha collaborato il gruppo di Gian Luigi Marseglia, del dipartimento di Pediatria del San Matteo di Pavia. Coinvolti nella ricerca numerosi centri pediatrici in Italia, Cile, Israele e Stati Uniti. 

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