«Superare lo stato d’emergenza non significa d’un tratto magicamente essere fuori da ogni vincolo, perché il Covid continua ad essere una sfida con cui fare i conti». La pandemia insomma non è finita, e quindi serve prestare attenzione. A testimoniarlo, non è solo la prudenza abituale delle parole del ministro della Salute Roberto Speranza ma soprattutto i dati degli ultimi giorni. In particolare basta confrontare il bollettino giornaliero di ieri con quello di domenica scorsa per rendersene conto. Ieri i nuovi casi sono stati poco più di 35mila. La domenica precedente circa 30mila.
Non a caso è in risalita anche la media mobile settimanale dei casi confermati. Ieri era 36.522, in aumento rispetto ai giorni precedenti. Sabato invece 35.890 e venerdì 35.663. Non solo. «Negli ultimi giorni è in crescita anche la media mobile del rapporto tra nuovi casi e tamponi effettuati, passando dal 9,12% di mercoledì al 9,67% di ieri» spiega Roberto Cauda direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma. Piccoli e diffusi movimenti al rialzo che, se confermati, potrebbero risultare molto significativi perché capaci di indicare - ma è presto per dirlo con contezza - un’inversione della curva.
Tant’è che estendendo il discorso a livello settimanale, se tra il 14 e il 20 febbraio i nuovi contagi erano stati oltre 363mila e tra il 21 e il 27 invece 289mila (con una diminuzione di quasi 75mila casi), nell’ultima settimana - tra il 28 e il 6 marzo - i casi sono stati 255mila. Vale a dire che il trend al ribasso è fortunatamente continuato, ma ha quasi dimezzato il suo impatto. «Serve cautela - ragiona però Cauda - c’è una frenata ma il calo c’è ancora». Peraltro anche «La discesa della curva degli ingressi giornalieri nelle terapie intensive sta registrando una frenata - analizza il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) - così come quella dei decessi». Un trend questo confermata da quanto accade in altri Paesi europei. Un andamento simile a quello italiano si riscontra in Germania come in Francia o nel Regno Unito. Il caso più eclatante è proprio quest’ultimo: dal 22 febbraio a ieri i casi sono passati da 398mila giornalieri a 664mila. Un’impennata significativamente vicina all’annuncio del premier Boris Johnson per l’eliminazione delle restrizioni anti-Covid.