Covid e immunità di gregge, ipotesi lontana: non bastano guariti e vaccinazioni

Covid e immunità di gregge, ipotesi lontana: non bastano guariti e vaccinazioni
di Erminia Voccia
Mercoledì 5 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 19:41
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Un virus diventato meno grave e più contagioso potrebbe indurci a credere che la variante Omicron sia l’inizio della fine. Una vasta porzione della popolazione mondiale è stata esposta alle conseguenze della malattia di Covid. Questo dato e il tasso di vaccinazioni raggiunto nelle nazioni ad alto reddito potrebbero portarci a credere che il grado di immunità ottenuto possa avvinarci alla tanto invocata soglia dell’immunità di gregge. Per capire se siamo o no a questo punto abbiamo chiesto il parere di Silvio Garattini, farmacologo, e del virologo Fabrizio Pregliasco. 

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Omicron segna la fine della pandemia?

È troppo presto per pensarlo ed è anche dannoso farsi convincere da quest’idea.

Probabilmente, Omicron va intesa come un punto di passaggio, perché, purtroppo, a causa della sua grande contagiosità può ancora mettere in ginocchio il servizio sanitario nazionale. Per questo motivo, è quanto mai necessario proteggersi, non abbassare la guardia, indossare le mascherine al chiuso e all’aperto in situazioni dove si potrebbe favorire il contagio e vaccinare tutti, compresi i più piccoli. 

Possono sorgere nuove varianti più pericolose di Delta?

Non siamo in grado di sapere se possano o no sorgerne di nuove più contagiose di Omicron e più pericolose di Delta. È obbligatorio continuare a vaccinare sempre più persone al mondo perché solo così si può scongiurare il sorgere di nuove varianti. Come ha fatto notare lo scienziato Eric Topol, abbiamo una grande arma: i vaccini sviluppati contro il ceppo di 2 anni fa hanno un’efficacia di quasi il 90% contro la malattia grave dopo la terza dose.

A che punto siamo della pandemia?

Sarebbe giusto pensare all’evoluzione di questa pandemia come alla propagazione delle onde causate da un sasso lanciato in uno stagno. Le prime onde sono più pesanti, poi, via via, le onde diventano sempre meno e, nel tempo, vanno a diluirsi del tutto. In questo momento ci troviamo nel mezzo di in un’onda di nuovo alta a causa di una peculiarità propria del virus che, come abbiamo imparato, muta e anche molto. Se fossimo rimasti al virus originale, quello identificato per la prima volta a Wuhan due anni fa, ora ci troveremmo al centro in un’onda più piccola.  

Ma cos’è l’immunità di gregge?

Intanto, si intende per protezione indiretta o più comunemente immunità di gregge la condizione per cui quando la maggior parte della popolazione è immune a una certa malattia infettiva, è garantita la protezione anche a coloro che non possono vaccinarsi e che non sono immuni. Per il morbillo, uno dei virus più contagiosi, è necessario raggiungere il 95% dei vaccinati per assicurare la protezione anche a chi non lo è.

Possiamo arrivarci?

Il presupposto che si possa arrivare all’immunità di gregge potrebbe essere addirittura fuorviante. Per questo virus non si può stabilire a che livello di vaccinazione è possibile raggiungere l’immunità di gregge, perché dipende dal virus stesso. Non riusciamo a raggiungere l’immunità di gregge soltanto con la vaccinazione o grazie alle infezioni perché, come suggeriscono alcuni studi, l’1,5% dei soggetti che si sono infettati nelle prime fasi della pandemia ora si sta riammalando. Rispetto ad altre malattie infettive, con la Covid la guarigione non garantisce un’immunità permanente nel lungo periodo e neanche il vaccino senza i dovuti richiami. Probabilmente, non dovremmo aspettarci il raggiungimento di un’immunità di gregge perché ci sarà sempre una percentuale di soggetti suscettibili che non ci consentirà di liberarci di questo virus. Ma il lato positivo è la percentuale sarà gradualmente sempre meno imponente e meno problematica. Nel momento in cui il virus avrà infettato un bel po’ di persone, si creerà una situazione di una “quasi” immunità di gregge, dove quel “quasi” è dovuto a un’immunità importante, resa tale dal vasto numero di persone o guarite o che continueranno a proteggersi con i richiami dei vaccini. 

Il virus non sparirà, ma sarà meno rischioso?

La malattia diventerà più endemica e se ne parlerà sempre meno fino a quando non se ne parlerà più e si arriverà a tollerare una quota di morti anche per questa patologia, come avviene per altre. Stiamo certamente procedendo verso la fase di endemizzazione del Sars-CoV-2. L’onda alta che caratterizza questa annata sarà, probabilmente, seguita da un’altra onda, il prossimo inverno. Ma si spera che la prossima sia meno impegnativa per il servizio sanitario nazionale, grazie al numero via via minore di persone suscettibili al virus. 

Qual è la percentuale di vaccinati per rendere il Sars-Cov-2 pericoloso quanto un’influenza?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 70%. Ad oggi, il 58,5% della popolazione mondiale ha ricevuto la prima dose, ma il dato va spiegato. Nei Paesi a basso reddito la quota è 8,5% in media di vaccinati con una dose, troppo bassa. 

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