Long Covid, virus «aumenta del 20% il rischio di impotenza». Ecco perché. Gli studi sul New York Times

Covid e problemi sessuali, lo studio: «Il virus aumenta del 20% il rischio di impotenza»
Covid e problemi sessuali, lo studio: «Il virus aumenta del 20% il rischio di impotenza»
Venerdì 6 Maggio 2022, 17:50 - Ultimo agg. 8 Maggio, 11:06
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Il Covid può avere effetti collaterali anche sulla vita sessuale, soprattutto dei pazienti maschi. Nel dettaglio secondo alcuni studi aumenterebbe del 20% il rischio di impotenza, mentre una ricerca italiana parla di un rischio 6 volte superiore rispetto ai pazienti che non hanno contratto il virus

 

Il virus aumenta il rischio di impotenza

Il dato specifico sull'incremento delle probabilità di problemi erettili del 20% emerge da un recente studio dell' università Miami firmato da Ranjith Ramasamy, direttore della divisione di urologia riproduttiva. La ricerca italiana invece è stata condotta nei primi tempi della pandemia da Emmanuele Jannini, professore di endocrinologia e sessuologia medica all'università di Roma Tor Vergata. Il professore ha osservato un rischio di impotenza sino a 6 volte più alto tra gli uomini che erano stati contagiati dal Sars-Cov2 rispetto ai pazienti sani.

Secondo il New York Times centinaia di ricerche mostrano il collegamento tra il Sars-Cov2 ed il pericolo di problemi erettili. 

Perchè il Covid può causare problemi erettili 

Le analisi indicano varie concause ai problemi erettili scatenati dal Covid. Esami radiologici ed ecografici hanno mostrato ad esempio che il coronavirus può infettare i tessuti del tratto genitale maschile causando cicatrizzazioni che durano a lungo. Un altro problema accertato portato dal virus del covid sono i danni cardiovascolari che possono manifestarsi sin dall'inizio della malattia proprio alle vene sanguigne che permettono l'afflusso di sangue al pene.

Infine, secondo gli esperti, anche la perdita dell'olfatto potrebbe giocare un ruolo, oltre a problemi di ansia sviluppati durante la pandemia.

I problemi persistono anche dopo la guarigione

Secondo Ramasamy, non ci sono molti dubbi: «Quando i pazienti con il covid iniziarono a riportare difficoltà erettili non gli abbiamo dato peso inizialmente, ma ora abbiamo visto che anche sei mesi dopo il contagio e a fronte della guarigione dal covid in vari casi i pazienti hanno continuato ad avere difficoltà in quel campo». 

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