Professor Ivan Gentile, ordinario di Malattie infettive e direttore dell'Uoc di Malattie infettive del policlinico universitario dell'università Federico II, in Campania ieri si è sfondata la soglia dei mille contagi. Come è possibile?
«Il virus circola nonostante il vaccino. Siamo in una fase delicata nonostante dal punto di vista dell'impatto ospedaliero sia ancora sotto controllo».
Il 18 novembre 2020 in Campania c'erano 3657 contagi e nessun vaccinato. Il 18 novembre 2021 il conto è di 1037 contagi eppure ci sono 4,1 milioni di vaccinati. Come è possibile?
«La copertura vaccinale che abbiamo non è perfetta: protegge dalle forme gravi ma non impedisce del tutto la circolazione virale.
Allora siamo spacciati?
«No. Ma in queste settimane stiamo assistendo a numeri elevati del contagio in un intervallo di tempo molto breve. È questo quello che preoccupa e dunque è necessario accelerare sulle terze dosi visto che il vaccino ha dimostrato di avere una efficacia limitata».
Andremo incontro a nuove limitazioni?
«È possibile che ci siano restrizioni limitate a determinate fasce geografiche o categorie di soggetti. Del resto, se ne sta parlando molto anche a livello nazionale».
Ci sarà un Natale a colori anche in Campania?
«Il sistema delle limitazioni per colori ha funzionato abbastanza bene ma il criterio dovrà essere quello della pressione ospedaliera e dell'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Per ora in Campania il sistema sta reggendo ma ci sono alcuni segnali critici che non vanno sottovalutati».
Quali segnali?
«Il Sars-Cov 2 come tutti i virus circola in maniera subdola e sotto traccia e vive di picchi e valli. Ora sta risalendo verso la fase di picco facilitato anche dalla condizione stagionale visto che stiamo andando verso l'inverno. Per questo dobbiamo stare molto attenti».
È possibile che il numero dei non vaccinati possa incidere in maniera così ampia sul numero dei contagi?
«È chiaro che tra i nuovi contagiati non ci sono solo i non vaccinati; ci sono anche molti vaccinati, maggiormente anziani e fragili, per i quali l'azione di copertura del vaccino non riesce più a garantire sufficiente protezione. Questo però riguarda la circolazione del virus. Per quanto riguarda invece il verificarsi di casi acuti della malattia, è altrettanto chiaro che i non vaccinati rischiano molto di più».
Lei è d'accordo sull'applicazione di limitazioni solo per chi non è vaccinato?
«Sì. A mio giudizio andrebbe rivista la normativa sul Green pass che dovrebbe essere concesso solo ai vaccinati e ai guariti e non anche a chi fa il tampone che invece evidenzia una situazione transitoria che potrebbe anche evolvere verso una positività al virus».
Insomma, sarebbe d'accordo per il modello tedesco - le 2 G - anche in Campania?
«Se ne sta discutendo anche a livello nazionale e mi sembra una posizione sensata. Aggiungo che andrebbe poi anche rivista la normativa sui tamponi antigenici per il rilascio del Green pass, tamponi il cui esito, rispetto ai molecolari, è molto meno attendibile».
Visto che neppure con il vaccino siamo riusciti a venirne fuori, quali prospettive in campo medico ci sono?
«Direi luminose sotto il profilo delle terapie».
È ottimista...
«Abbiamo la possibilità di impiego di un antivirale che riduce del 50% il rischio di malattia grave se somministrato nei primi cinque giorni. Il virus si sviluppa infatti in due fasi: una, più leggera, con una sindrome para-influenzale; l'altra, infiammatoria, che può dar luogo a forme severe. Poi c'è la strada dei monoclonali che negli Usa stanno sperimentando anche come copertura profilattica in soggetti non vaccinati ottenendo risultati molto confortanti».