Covid, il virologo Pregliasco: «Preoccupa il negazionismo strisciante, a Milano terapie intensive stressate»

Covid, il virologo Pregliasco: «Preoccupa il negazionismo strisciante, a Milano terapie intensive stressate»
Covid, il virologo Pregliasco: «Preoccupa il negazionismo strisciante, a Milano terapie intensive stressate»
Lunedì 9 Novembre 2020, 15:44 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 18:07
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Il negazionismo del Covid preoccupa, quasi quanto le terapie intensive sotto stress. «Siamo ancora in una fase di crescita di Covid-19, e per vedere gli effetti delle misure occorre attendere qualche settimana. Ma quello che preoccupa è il negazionismo strisciante, che porta le folle in piazza al centro, nei parchi o nelle spiagge e spinge a minimizzare gli effetti di Covid-19». A dirlo è il virologo dell'Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco. «Ormai - rincara la dose - c'è una fetta di italiani che è convinta che Covid non esista o non comporti rischi. L'ho toccato con mano intervenendo a una trasmissione dove si rispondeva alle domande delle persone: ho rilevato una faziosità e una dicotomia pericolosa. C'è infatti chi ha paura ed è arrabbiato, e chi è altrettanto arrabbiato perché convinto che si tratti di un falso problema che sta bloccando l'Italia». «Purtroppo i negazionisti sono saldi nelle loro convinzioni: non credono al virus, ma al pericolo del 5G. Ma noi dagli ospedali non inventiamo numeri e dati: la situazione è grave. E vedere le folle in strada o in spiaggia non fa ben sperare», conclude Pregliasco.

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«Le terapie intensive e i reparti iniziano ad essere stressati a Milano. Dobbiamo essere attenti e ridurre al minimo i contatti. Dobbiamo ancora stringere i denti, perché se la situazione venisse lasciata a sé non può che peggiorare», ha aggiunto Pregliaco, che sottolinea come «proprio a Milano sia stato organizzato un pre-triage sulle ambulanze per i codici verdi, per un'assistenza più rapida ai pazienti non gravi», che non pesi sugli ospedali.

I pazienti dell'area metropolitana di Milano che il 118 soccorre e trasporta in codice verde, dunque, vengono visitati in un “Check Point Clinico Avanzato dedicato, al di fuori dei pronto soccorso. «Obiettivo, mantenere una celere assistenza per i pazienti non gravi».

 

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