Covid, sale il rischio quinta ondata: nuovi positivi no vax e con patologie

Covid, sale il rischio quinta ondata: nuovi positivi no vax e con patologie
di Lorenzo Calò
Martedì 26 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 25 Marzo, 07:28
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Non vaccinati, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 55 anni; vaccinati con doppia dose ma con patologie pregresse specie se a carico del sistema cardio-circolatorio e uro-renale; personale sanitario (già con doppia dose) non ancora protetto con la terza; soggetti immunizzati con vaccino monodose. Sono questi i profili maggiormente esposti a rischio di ricaduta o infezione da Covid-19. Ma è ancora presto per parlare di quinta ondata. O, almeno, occorre cautela nell’analisi dei dati sebbene una inversione - peggiorativa - sulla tendenza sembra essere confermata dai numeri. È certo infatti che l’incremento dei tamponi - soprattutto dal 15 ottobre scorso - possa aver influito sull’aumento dei casi ma c’è anche stata una salita leggera delle ospedalizzazioni: quindi, come ci si aspetta in questa stagione, c’è una circolazione più intensa di tutti i virus respiratori e il Covid non fa eccezione.

Questo al netto delle eventuali interferenze negative che potrebbe portare la diffusione di una sotto-variante della Delta (denominata AY.4.2.) isolata e sequenziata in Italia in 93 casi.

Nell’ultimo mese, inoltre, l’efficacia vaccinale nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 nelle persone completamente vaccinate è diminuita passando dal 89%, durante la fase epidemica con variante alfa prevalente, al 77%, durante la fase epidemica con variante delta prevalente.

«La maggior parte dei nostri ricoverati è costituita sempre da soggetti non vaccinati - conferma il professor Nicola Coppola, ordinario di malattie infettive, direttore della divisione malattie infettive del policlinico universitario Vanvitelli di Napoli e dell’annesso centro Covid - Ma se ad agosto e settembre questa percentuale superava il 90% dei casi specifici, adesso è più bassa perché ricoveriamo anche soggetti già immunizzati con doppia dose ma maggiormente esposti all’aggressione virale o perché anziani o perché affetti da patologie importanti. E tra i non vaccinati il profilo anagrafico medio dei pazienti ricoverati è nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 55 anni». In effetti, secondo l’ultimo bollettino diffuso dall’Iss, è in leggero aumento l’età mediana dei soggetti che hanno contratto l’infezione negli ultimi 14 giorni (41 anni, rispetto a 40 anni delle due settimane precedenti). L’incidenza è più elevata nella popolazione 0-19 anni. Inoltre, considerando gli ultimi 30 giorni, sono stati 78.132 i contagi da Sars-Cov-2 nel nostro Paese. Di questi, il 25% ha coinvolto bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni ed il 42%, invece, pazienti tra 19 e 50 anni. L’età media dei casi è stata pari a 39 anni, sono stati segnalati 979 decessi e 93.628 i guariti mentre la letalità sembra crescere con l’aumentare dell’età ed è più elevata in soggetti di sesso maschile a partire dalla fascia di età 30-39 anni. Resta in ogni caso scoperta da qualsiasi copertura vaccinale un’ampia fetta della popolazione (da 12 anni in su) pari a 7,6 milioni di persone mentre - stando all’ultimo Report del commissariato straordinario dello scorso 22 ottobre - ancora poco più di 2 milioni di italiani sono in attesa della seconda dose a fronte di 1,6 milioni che hanno già contratto l’infezione (e sono guariti) e di 1,48 milioni di vaccinati con vaccino monodose J&J. Attualmente in Italia le persone colpite da infezione sono 74.654: dunque, prosegue - seppur in rallentamento - la discesa degli attualmente positivi. Domenica 10 ottobre erano 84.808, il 17 ottobre 77.569 e il 24 ottobre erano scesi a 74.775. Quanto incideranno i virus stagionali/invernali e l’influenza stagionale sull’epidemia? «I rischi veri - avverte Coppola - riguardano l’impatto sulla gestione, anche ospedaliera, dei casi sospetti in cui non è subito ben chiaro se si tratti di Covid o di semplice influenza. Per questo si consiglia vivamente di vaccinarsi anche contro quella stagionale».

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Un capitolo a parte è dedicato agli operatori sanitari per i quali si registra un incremento di casi di contagio. Per questa categoria di professionisti a rischio è già iniziata da oltre tre settimane la campagna di richiamo con la terza dose. Negli ultimi 30 giorni sono 1.377 i contagi tra gli operatori sanitari. A destare preoccupazione è la valutazione statistica relativa alla proporzione di casi d’infezione tra gli operatori sanitari rispetto alla settimana scorsa (3,6% rispetto a 2,9%). Dunque, in valori assoluti, il numero di medici, infermieri e operatori che si sono re-infettati resta allineato con i dati delle scorse settimane: a partire dal 29 settembre fino al 20 ottobre (quindi su 4 settimane di osservazione) vediamo che il record si è verificato proprio il 29 settembre con 374 nuovi casi rispetto ai 368 della settimana precedente, per poi passare a 347 casi il 6 ottobre, a 306 il 13 ottobre e di nuovo salire a 371 nuovi casi il 20 ottobre. 

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