Covid, il virologo Pregliasco: «Riaperture? Sì ad iniziative all'aperto e senza affollamenti»

Covid, il virologo Pregliasco
Covid, il virologo Pregliasco
Martedì 13 Aprile 2021, 13:38 - Ultimo agg. 14:01
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«Le riaperture sono un desiderio di tanti, per motivi psicologici ed economici, ma io dico "andiamo guardinghi e con i piedi di piombo, consci che c'è un prezzo da pagare" e io mi auguro che questo prezzo si minimizzi grazie a un accompagnamento di queste liberalità», tuttavia, «Di sicuro, iniziative all'aperto, senza affollamenti e con una grande attenzione ai protocolli di sicurezza si possono provare». Sono queste le parole del virologo Fabrizio Pregliasco sul tema dell'allentamento delle restrizioni anti Covid.

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Il docente dell'Università Statale di Milano, sebbene inviti ad un atteggiamento di cautela, non chiude del tutto alle riaperture. «Così come abbiamo già sdoganato la scuola come elemento prioritario, seppur non privo di rischi - sottolinea - valutiamo step by step queste aperture, sicuramente partendo da quelle con minor rischio. Di sicuro, iniziative all'aperto, senza affollamenti e con una grande attenzione ai protocolli di sicurezza si possono provare.

Ma la mia paura - avverte - è quella che ci sia un "liberi tutti" mentre dobbiamo fare in modo che queste aperture siano in qualche modo accompagnate da una grande attenzione. Perché appena c'è la zona gialla o peggio la zona bianca aumenta il rischio e il caso della Sardegna mi sembra esemplificativo in questo senso». 

 

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«Bisogna tener conto che il lockdown adottato - ricorda Pregliasco - è un lockdown che scientificamente sapevamo essere adeguato solo per la mitigazione della corsa del virus. Quindi nel momento in cui riapriamo, è destino che ci sia una risalita se non realizziamo velocemente la campagna vaccinale. Questa chiusura è servita ma - insiste - ci vuole ancora la consapevolezza che c'è un'enorme quota di soggetti in Italia suscettibili. Ora siamo forse sui 14 milioni di soggetti vaccinati, poi ci sono i guariti che sono ancora protetti dagli anticorpi, ma abbiamo ancora 40 milioni di suscettibili» al virus. «Se apriamo senza la capacità di riprendere un tracciamento e di velocizzare le vaccinazioni - conclude il virologo - il rischio c'è, è un prezzo da pagare. Di questo dobbiamo essere consci, ma spero si minimizzi».

 

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