Covid, gli uomini lo diffondono «più di donne e bambini». Conta la dimensione dei polmoni, ecco perché

Covid, gli uomini lo diffondono «più di donne e bambini». Conta la dimensione dei polmoni, ecco perché
Covid, gli uomini lo diffondono «più di donne e bambini». Conta la dimensione dei polmoni, ecco perché
di Cristiana Mangani
Lunedì 6 Dicembre 2021, 09:46 - Ultimo agg. 15:52
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Gli uomini diffondono il Covid più delle donne e dei bambini. E questa volta, il dato emerge da uno studio che i ricercatori della Colorado State university ha sviluppato nel mondo dell'arte e dello spettacolo. La ricerca è durata mesi ed è partita inizialmente per cercare di trovare la strada più sicura per consentire agli artisti di ritornare sul palco dopo la pandemia. Questo perché proprio il mondo dello spettacolo, dalle scuole di formazione alle performance di Broadway, è stato uno dei settori più colpiti sia a livello economico che di contagi.

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Teatri, sale da concerto e altro sono stati totalmente chiusi per più di un anno. «Il Covid ha fermato l'arte e lo spettacolo quasi da un giorno all'altro - ha dichiarato Dan Goble, direttore della Scuola di musica, teatro e danza della Colorado state university -.

Non era solo un nostro problema, era un problema nazionale. Basti pensare a tutte le bande, i cori e le orchestre della scuola pubblica che hanno dovuto fermare improvvisamente l'attività».

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Goble, allora, ha voluto ricercare la correlazione tra la diffusione del virus e l'ambiente artistico. La Csu ha ricercatori e risorse qualificati nel campus e così lo studio si è svolto direttamente all'interno dell'università. Il direttore della scuola d'arte ha collaborato con John Volckens, professore del Dipartimento di ingegneria meccanica, per condurre la ricerca: hanno partecipato più di 75 persone che hanno dovuto suonare, cantare, parlare ad alta voce in gran parte in una stanza dove sono state testate le particelle nell'aria. I partecipanti erano di età e competenze diverse. Ad alcuni è stato chiesto di cantare canzoni come "Happy Birthday". Ad altri di suonare gli strumenti musicali. «Cantare emette sicuramente più particelle che parlare», ha chiarito Volckens a Dillon Thomas della CBS Denver.

 

Sebbene lo studio, intitolato "Riduzione delle emissioni e delle esposizioni di bioaerosol nelle arti dello spettacolo: una tabella di marcia scientifica per un ritorno sicuro dal Covid-19", avesse lo scopo di concentrarsi principalmente sulla diffusione del coronavirus nel mondo dello spettacolo, ha, però, rivelato anche molte altre informazioni generali. Innanzitutto - ha spiegato ancora Volckens - «gli adulti tendono a emettere più particelle rispetto ai bambini. E, in particolare, quelli che ne emettono ancora di più sono gli uomini, perché hanno polmoni più grandi».

Voce alta

Il professore ha chiarito che il virus si diffonde più facilmente tra coloro che parlano a voce più alta. «Il volume della tua voce è un indicatore di quanta energia stai mettendo nel parlare e cantare - ha sottolineato il Direttore del Dipartimento di ingegneria meccanica -. Quell'energia si traduce in più particelle che escono dal tuo corpo. Queste particelle trasportano il Covid con più facilità e infettano altre persone».

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Naturalmente i luoghi al chiuso e gli spazi rumorosi, dove la gente urla, sono a maggior rischio di diffusione del virus. Volckens ha fatto l'esempio dei bar, delle arene, degli stadi, delle sale per concerti, dove si diffondono le particelle con più facilità. Mentre altri eventi, come un balletto, con risposte del pubblico poco frequenti e rumorose, sono più sicuri di un concerto con migliaia di fan che urlano o cantano.

Il direttore del Dipartimento Goble ha poi affermato che la prossima fase del progetto esaminerà quali strumenti diffondono più frequentemente il Covid e ha evidenziato che, finora uno dei risultati dello studio ha ribadito quanto sia importante avere un'adeguata ventilazione nei luoghi d'arte al coperto.

A distanza di un anno dal duro colpo inferto dalla pandemia al business dell'arte, c'è ora una ripresa grazie ai vaccini e all'uso delle mascherine. «Il mondo dello spettacolo - ha ammesso Volckens - ha fatto la cosa giusta chiudendo nel 2020, ha sicuramente salvato delle vite. Perché ora sappiamo che quando canti o parli ad alto volume, produci più particelle e la diffusione del virus è maggiore».

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