Terza dose vaccino, così è un pasticcio: Ue e Usa vanno in ordine sparso

Terza dose vaccino, così è un pasticcio: Ue e Usa vanno in ordine sparso
di Ettore Mautone
Venerdì 8 Ottobre 2021, 00:13 - Ultimo agg. 25 Marzo, 03:50
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Covid-19 e protezione vaccinale: in Italia oltre 3 milioni di ultra 50enni sono ancora renitenti a porgere la spalla per imbracciare lo scudo di due dosi contro Sars-Cov-2 ma già c’è da affrontare il pasticcio delle terze dosi. Uno scoglio contro cui si infrangono, in ordine sparso, i flutti delle divergenze tecniche e scientifiche espresse finora dalle due più autorevoli agenzie regolatorie dei farmaci a livello internazionale. L’Ema ha appena autorizzato l’uso in Europa delle fiale Pfizer oltre che per i fragili anche per chi ha più di 18 anni guardandosi bene però dal raccomandarne l’impiego.

L’americana Fda invece, nei giorni scorsi, ha negato l’autorizzazione alla terza dose di vaccino anti-Covid19 riservandola per ora a immunodepressi e fragili per età e professione. A questo scenario articolato vanno aggiunte la corsa in avanti, in solitaria, di Israele che è l’unico Paese ad aver deciso di vaccinare con la terza dose tutti gli over 12 anni, la posizione autonoma della Gran Bretagna che riserva la terza dose (Pfizer o Moderna senza escludere AstraZeneca) agli over 50 ma ne riserva una ai ragazzini dai 12 ai 15 anni dopo aver raggiunto finora una quota dell’82% circa degli abitanti sopra i 16 anni vaccinati con due dosi e quasi il 90% con almeno una. 

A complicare ancora le cose ci sono poi le diversificate modalità applicative delle dosi aggiuntive ai fragili per malattia (immunodepressi), per età (anziani) o per lavoro (personale sanitario) nei 10 Paesi europei che stanno già somministrando la terza puntura.

In Italia ritroviamo infine il fai-da-te delle Regioni quanto a tempi e modi di avvio del terzo richiamo antiCovid. La ciliegina sul pasticcio arriva dalla diversa linea dettata in Italia da esperti, clinici, immunologi e virologi tra chi, fatte salve le elencate categorie a rischio, vede nei monoclonali e nei nuovi antivirali una nuova possibilità di cura che rende sufficienti le due dosi per proteggersi da infezioni gravi e chi, invece, come Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, che sottolinea l’importanza della pianificazione della somministrazione della terza dose di vaccino a tutti, senza aspettare i 12 che servono per la scadenza del Green pass. Procediamo con ordine e proviamo a dipanare questa intricata matassa delle terze dosi. Come mai l’Ema autorizza per tutti la terza dose e l’Fda americana no? Per questa decisione l’Ema si è basata su un singolo studio israeliano pubblicato su Nejm. La Fda americana, invece, ha ancora in fase di valutazione la reale efficacia della terza dose per tutta la popolazione. Solo dopo la conclusione di queste ricerche potrà dare un parere compiuto.

La certezza è che la terza dose di vaccino è necessaria agli immunodepressi (dose aggiuntiva) che con due dosi non la sviluppano compiutamente. Alle altre categorie a rischio per età o esposizione lavorativa la terza dose conferisce invece un incremento dell’immunità (effetto booster) con un aumento degli anticorpi da 8 a 10 volte in più rispetto a quanto ottenuto con la seconda tanto da ripristinare non solo la difesa dalla malattia severa e dalla morte ma anche dalla ospedalizzazione. Incidenza che tende a crescere dopo sei-otto mesi dalla seconda dose. Il nodo da sciogliere resta stabilire se sia utile allargare la somministrazione della terza dose a tutti i soggetti con più di 18 anni.

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Non ci sono certezze: di sicuro c’è invece che attualmente tutti i vaccini approvati con due dosi forniscano una forte protezione contro il ricovero in ospedale e la morte per Covid. La priorità rimane dunque quella di assicurare che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato con ciclo completo e fare la terza ai soggetti a rischio di malattia. Dieci Stati europei hanno già deciso la somministrazione dei richiami: la maggior parte si sono regolati sostanzialmente come l’Italia lavorando per categorie o per fasce di età riservando le terze dosi ai fragili, ultra 50 o 65enni. Anche negli Usa l’Fda ha per ora deciso di attribuirla a chi ha più di 65 anni o chi ha tra i 18 e i 64 anni ed è a rischio per malattia o molto esposto.

Solo Israele, come detto, ha esteso il terzo richiamo a tutti. Un’altra domanda è: la terza dose di antiCovid può essere somministrata insieme all’antinfluenzale come autorizzato dal ministero ella Salute? Su questo fronte la Campania non solo è già partita da dieci giorni con le terze dosi ai fragili ma è anche la prima in Italia a essere partita nella somministrazione di antinfluenzale e antiCovid negli studi dei medici di famiglia. C’è infine l’Aifa che per voce del suo presidente Giorgio Palù sottolinea che è inutile fare il dosaggio degli anticorpi per valutare l’opportunità di fare la terza dose. L’efficacia del vaccino è infatti basata su altri dati e non esiste un esame semplice che possa essere correlato con la protezione né un unico parametro immunologico.

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