Il virus «che odia la nostra libertà» in questi quasi due anni con le sue ondate e le sue varianti ha, tuttavia, mostrato una disarmante, drammatica, prevedibilità: prima crescono i casi, quasi contemporaneamente diminuiscono i guariti e cominciano a crescere i tamponi, poi crescono le degenze ordinarie, quindi quelle nelle terapie intensive e, infine, il numero dei morti.
Questo almeno fino all’inizio dell’estate per le prime tre più rilevanti ondate (quella estiva del 2021 non può essere definita la quarta perché è stata confinata geograficamente soprattutto alla Sicilia e un po’ alla Sardegna). Con l’autunno 2021, quando comunque i virologi avevano avvertito che ci sarebbe stata una ripresa della circolazione del virus legata all’abbassamento delle temperature, alla ripresa piena della vita comunitaria, alla diminuzione delle misure di protezione individuale, il percorso è tuttavia parzialmente cambiato.
In Campania - per esempio - se si considerano gli ultimi 30 giorni, quando si è registrata una ripresa sostenuta dei nuovi casi di positivi, e li si paragonano allo stesso periodo del 2020 si nota come la situazione sia totalmente differente: nelle intensive l’occupazione è in media intorno a 0,5 casi per 100mila abitanti.
Cosa è cambiato? La risposta è piuttosto semplice. Il vaccino ha fatto il «suo» lavoro abbattendo le ospedalizzazioni, i casi gravi e anche i morti. I numeri da questo punto di vista sono evidenti: nell’ultima settimana sul totale dei nuovi casi i morti sono lo 0,4% dei nuovi casi, mentre nella settimana 14.20 dicembre del 2020 erano il 4%! L’anno scorso a novembre i morti furono mille, quest’anno 166, a dicembre furono 1.171 (il valore più alto di tutta la pandemia), quest’anno finora sono 108.
Dall’altro lato con il green pass è esploso il numero dei tamponi fatti da coloro i quali non volendo fare il vaccino per accedere al lavoro devono fare il test ogni due giorni: il totale di tamponi della settimana 14-20 dicembre 2020 fu quasi di 102mila, nella settimana che si è chiusa ieri sono stati 257mila. Più ampia è la popolazione che viene testata, maggiori persone positive asintomatiche (cioè soggetti che trasmettono, pur in assenza di sintomi, il virus) vengono individuate ponendole in isolamento e limitando, quindi, la circolazione del virus.
Cosa può cambiare con la variante Omicron? Da quello che si sa questa nuova variante si diffonde più facilmente (in Inghilterra dove la variante sta prendendo piede e scalzando la Delta nell’ultima settimana ci sono stati 433mila casi, cioè 646 per 100mila abitanti; in Italia 163mila e incidenza a 276) anche se sembra meno violenta. Per questo si stanno adottando misure per il contenimento che poi sono sempre le stesse: limitazione delle attività al chiuso, estensione dell’obbligo di mascherina.
Misure che sono complementari al vaccino che in caso di contatto con il virus limita i danni. Per questo le autorità sanitarie invitano i cittadini a fare la terza dose, hanno aperto ai bambini tra 5 e 11 anni e rinnovato l’appello a chi non è ancora vaccinato: ieri in Campania l’appello a vaccinarsi è stato raccolto da 2.195 persone. Ma quello che è significativo è che il numero delle persone che hanno fatto la prima dose è superiore a quello di chi ha fatto la seconda dose: nell’ultimo mese le prime dosi sono passate da una media di 2.500 a circa 3.500 (esclusi i bambini dal 16 dicembre).