Covid, più vaccini e meno morti: l'Italia al top dell'Europa

Covid, più vaccini e meno morti: l'Italia al top dell'Europa
di Erminia Voccia
Giovedì 21 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 23:33
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Per capire quale sia stato l’impatto dei vaccini sull’evolversi della pandemia da Covid nel mondo basta guardare ai numeri. I dati mostrano con chiarezza la differenza in termini di perdite di vite umane tra i Paesi con alti tassi di immunizzazione e Paesi dove le percentuali di vaccinati risultano ancora basse. 

Non che ci fossero dubbi al riguardo, ma i numeri raccolti dal database Our World in Data permettono di comprendere ancora meglio l’effetto positivo e la portata delle campagne vaccinali. Il caso più emblematico è quello russo. In Russia, questi sono i giorni peggiori in termini di vittime per Covid da quando è iniziata la pandemia.

Il 19 ottobre 2021 le morti accertate sono state 991, un numero ben più alto di quello registrato il 24 dicembre 2020, giorno del picco della seconda ondata, quando in Russia si contavano 624 decessi. E infatti in Russia la percentuale di persone vaccinate con almeno una dose è di poco superiore al 35% a causa della mancanza di fiducia dei cittadini nel vaccino Sputnik V. Al contrario, in Europa occidentale, dove i tassi di vaccinazione sono alti, il numero di morti per Covid è molto più basso rispetto ai picchi raggiunti durante la seconda ondata, quindi tra fine 2020 e inizio 2021, ovvero nel periodo precedente o immediatamente successivo all’avvio delle campagne di immunizzazione nazionali. 

La Spagna vanta una percentuale di vaccinati con almeno una dose superiore all’81%. Il 19 ottobre 2021 in territorio spagnolo si registravano 21 decessi; il 4 novembre 2020 purtroppo il bilancio era ben più alto: 1623 decessi in un giorno solo. In Germania, un po’ in ritardo rispetto alle nazioni europee più virtuose, le persone ad aver ricevuto almeno la prima somministrazione di vaccino rappresentano il 68% della popolazione vaccinabile. Anche qui, la fotografia del Paese prima e dopo l’arrivo del vaccino è nettamente diversa. Il 18 ottobre 2021 ci sono stati 88 morti per Covid; ma il 19 gennaio, quando la Germania raggiunse il suo picco, i decessi furono 1.734. 

Il Regno Unito negli ultimi mesi ha perso la prima posizione per percentuale di vaccinati e ora è dietro a Italia, Francia e Spagna. Da aprile 2021 e fino a luglio aveva guidato la classifica. La media giornaliera dei contagi nel Regno Unito è scesa durante il mese di luglio, è stata altalenante tra agosto e settembre, ma la settimana scorsa è tornata a salire. «Da quest’estate il Regno Unito ha deciso di convivere con il virus, e i casi ora sono esplosi. Il premier Johnson ha difeso la fine di tutte le restrizioni sanitarie, ma questa libertà ha un prezzo», ha commentato Cécile Ducourtieux, corrispondente da Londra per Le Monde. Le infezioni il giorno 18 ottobre sono state quasi 49mila, i dati più gravi da tre mesi, tuttavia, con meno di 50 morti. Questo accade perché il Regno Unito ha vaccinato più del 75% della popolazione, nonostante i ritardi. Ma i contagi restano alti per un altro motivo: solo a settembre le autorità sanitarie britanniche hanno aperto le vaccinazioni ai ragazzi tra i 12 e i 15 anni.

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I vaccini hanno funzionato, hanno permesso di salvare vite e hanno contribuito ad alleviare il peso dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva. Secondo un nuovo studio francese, non ancora sottoposto a revisione paritaria, i vaccini riducono del 90% il rischio di morte e ospedalizzazione, ma non dalla forma di infezione meno grave. La ricerca, pubblicata l’11 ottobre scorso, è stata condotta in Francia dal centro pubblico di farmacoepidemiologia Epi-Phare su 22,6 milioni di persone di età superiore ai 50 anni (undici milioni vaccinate e undici milioni non vaccinate). In base allo studio, il più vasto di questo tipo fino a questo momento, pare che i vaccini proteggano anche dagli effetti peggiori della variante Delta, la più contagiosa, con l’84% di protezione per le persone di età pari o superiore a 75 anni e il 92% per le persone di età compresa tra 50 e 75 anni. Quest’ultima valutazione si basa però sui dati di un solo mese, poiché la variante Delta in Francia è diventata dominante a giugno 2021. «Significa che i vaccinati sono 9 volte più protetti dal rischio di ricovero in ospedale o di morte per Covid rispetto a chi non è vaccinato», ha detto ad Afp il virologo e direttore di Epi-Phare, Mahmoud Zureik, che ha guidato la ricerca. «Servirebbe un aggiornamento con i dati di agosto e settembre» ha aggiunto Zureik. Ma è comunque una buona notizia. Il rapporto esteso dell’Istituto Superiore di Sanità ha invece confermato l’alta efficacia della vaccinazione completa: contro l’infezione è al 77,8%; contro il ricovero è al 92,4%; contro la terapia intensiva è al 94,8%; contro il decesso è al 94,3%.

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