Il Covid torna a crescere, il virologo Perrella: «Prudenza mai eccessiva, state lontani dal virus»

Il Covid torna a crescere, il virologo Perrella: «Prudenza mai eccessiva, state lontani dal virus»
di Ettore Mautone
Sabato 18 Giugno 2022, 11:04 - Ultimo agg. 11:34
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L'aumento dei contagi Covid?
«È ormai una realtà: in Italia e anche in altri paesi, il Covid 2 ha invertito la sua marcia che in discesa da mesi - avverte Alessandro Perrella, primario di malattie infettive ad alta diffusività del Cotugno di Napoli - e ha ripreso a seminare infezioni su infezioni».

Come mai?
«Il vaccino dopo 5-6 mesi attenua la sua protezione e il virus è mutato profondamente e ha imparato ad aggirare le recinzioni che gli abbiamo frapposto».

Le infezioni si registrano anche in guariti e vaccinati?
«Le reinfezioni sono tantissime.

Anzi alcuni studi ci dicono che vaccinati e guariti hanno oggi, con le nuove varianti, la stessa probabilità di contrarre l'infezione rispetto a chi non è vaccinato. Attenzione però: il vantaggio, per gli immunizzati con vaccino o malattia, è che sviluppano sempre forme lievi di malattia senza finire mai in ospedale al contrario di non vaccinati, fragili, anziani e malati. Grazie ai tanti immunizzati nonostante la crescita notevole dei casi non assistiamo a un aumento dell'impegno delle corsie e delle terapie intensive».

Per immunizzarsi e convivere senza danni col virus è meglio il vaccino o contrarre l'infezione?
«Il vaccino erige una barriera che si attenua col tempo. L'infezione nei vaccinati può funzionare dunque come un booster. Diverso è il caso dei non vaccinati che fanno una vera e propria malattia. Il concetto chiave è che da questo virus è sempre meglio stare alla larga. Dagli studi emerge che molti casi di post Covid lasciano in giovani, adulti e anziani, delle sequele infiammatorie serie. Ai reni, al cervello, polmoni, cuore, tiroide. Solo tra dieci anni sapremo quanto queste lesioni possano provocare un aumento netto delle patologie croniche».

Intanto è scattato l'addio alle mascherine.
«L'ultima circolare del ministero rimanda di una settimana, al 22 giugno, questa sospensione dell'obbligo del loro uso. Segno che qualche dubbio o perplessità c'è. Io dico che al di là dell'obbligo la mascherina debba essere un'abitudine precauzionale da utilizzare in tutti i casi in cui siamo in un luogo chiuso e affollato. È un comportamento che tutti liberamente possono assumere a prescindere dagli obblighi. Se poi in famiglia abbiamo persone anziane e malate è un atto di responsabilità. I giapponesi usano le mascherine da decenni anche contro l'inquinamento».

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E le terze e quarte dosi? Abbiamo quasi 5,4 milioni di persone che non hanno fatto il primo booster e le quarte sono al 38,2% della platea degli immunocompromessi e al 18,1% per gli altri fragili.
«Io a una persona anziana o malata, oncologica e con altre patologie a rischio farei senza indugio la quarta dose. Se poi voglio prendere tempo per aspettare un vaccino più performante che protegga più a lungo e che sia efficace contro le nuove varianti ricorrerei agli anticorpi monoclonali già autorizzati dall'Aifa in Italia. Sono efficaci contro tutte le varianti e danno una protezione passiva molto alta per 6-9 mesi. Questi nuovi anticorpi di sintesi sono efficaci anche in terapia anche se non ancora autorizzati a questo scopo».

Dove si possono fare e chi?
«In ospedale. Basta accedere agli ambulatori ospedalieri per i soggetti fragili».

E la popolazione generale?
«Sceglierei sempre di fare la terza dose o gli anticorpi monoclonali nella popolazione generale mentre la quarta dose la lascerei ai fragili. Questo in attesa che arrivi un vaccino più efficace con le varianti e durevole nel tempo».

Arriveremo al vaccino definitivo?
«Non sarà facile ma progressivamente miglioreremo le nostre strategie di difesa e il virus, per sopravvivere, sarà sempre meno dannoso».
 

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