La “proteina della longevità” che ringiovanisce il cuore e protegge dai danni dell’infarto. La chiave del ringiovanimento è nel genoma dei centenari. L’ultima scoperta arriva dalla rivista internazionale “Cell Death and Disease” su cui è stata pubblicata l’ultima evoluzione del progetto di ricerca condotto dal Gruppo MultiMedica e dall’Università di Bristol, dopo la fase di sperimentazione in vitro e dal vivo. Nel pool di ricercatori anche il Professore dell’università di Salerno, Annibale Puca, capo laboratorio presso l’IRCCS MultiMedica e docente di Genomica Medica ad Unisa.
Determinante il ruolo del gene Bpifb4, nella sua variante Lav (Longevity Associated Variant), già noto come “gene della longevità”, perché particolarmente diffuso tra i centenari, che correla positivamente con la longevità e negativamente con il grado di compromissione cardiovascolare e che, a partire dallo studio, potrebbe aprire future applicazioni terapeutiche nella cura delle malattie cardiovascolari.
La ricerca mostra, infatti, come la proteina della longevità sia in grado di rendere le cellule cardiache umane più resilienti nel reagire a un infarto, arginandone le conseguenze e tornando a funzionare in modo efficiente.
L’articolo apparso sul “Cell Death and Disease” è soltanto l’ultima pubblicazione in ordine di tempo di un lavoro ultra ventennale, in cui fondamentale è stata anche la collaborazione con il Professor Carmine Vecchione, attuale direttore del dipartimento di Medicina Unisa.
«Siamo partiti nel 2001 con uno studio ad ampio spettro sull’intero genoma dei centenari del Cilento – sottolinea Annibale Puca - Il gene che codifica la proteina BPIFB4, nella sua variante LAV (Longevity Associated Variant) è molto frequente nelle persone che superano i cento anni di vita. Abbiamo cercato di capire come questa proteina mutasse, analizzando un campione di mille individui (rapportando poi il DNA di tre gruppi di persone particolarmente longeve in Cilento, Germania e Stati Uniti, per un totale di tremila individui, con un gruppo di controllo composto da duemila persone giovani). È seguito un secondo studio sulle cellule e poi sui topi per valutare gli effetti terapeutici. In tutti gli studi che abbiamo condotto negli ultimi anni, la proteina Lav-Bpifb4 ha dato prova della sua efficacia, in modelli animali, nel prevenire l'aterosclerosi, l'invecchiamento vascolare, le complicazioni diabetiche, e nel ringiovanire il sistema immunologico e cardiaco. Oggi si aggiunge la protezione dall'infarto».
La proteina dal ruolo antiaging “ringiovanisce” il sistema immunitario, il cuore e il sistema vascolare dall’invecchiamento.
Prossimo step consisterà nel testare l’efficacia anche nell’ambito di trial clinici su pazienti con insufficienza cardiaca. La scoperta apre nuovi scenari nella cura e prevenzione delle malattie cardiovascolari, allungando la durata della vita.
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