Depressione tra i giovani, il male oscuro colpisce ancora: uno su dieci è a rischio

Depressione tra i giovani, il male oscuro colpisce ancora: uno su dieci è a rischio
di Ettore Mautone
Sabato 8 Giugno 2019, 08:30 - Ultimo agg. 12:01
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La terribile morte di Noa Pothoven, l'adolescente olandese che si è lasciata morire dopo l'abuso subito durante l'infanzia, porta in primo piano un nodo sottovalutato nell'ambito dell'assistenza psichiatrica e sociosanitaria ai minori. Esito drammatico che lascia sgomenti gli stessi addetti ai lavori che pensano alla necessità di individuare, forse, una nuova categoria di depressione giovanile che sfocia nel suicidio come unica via di uscita da un insopportabile dolore morale refrattario a ogni terapia (che pure Noa aveva ripetutamente ricevuto).

In Italia solo poche Regioni sono dotate di registri di neuropsichiatria infantile. In base ai dati provenienti da diverse fonti emerge che i disturbi di bambini e adolescenti sono in forte in crescita, aumentano del 7% ogni anno. Il 20% degli accessi in Pronto soccorso dei minori riguarda emergenze neuropsichiatriche. Stride la carenza di servizi dedicati: solo il 30% dei ricoveri avviene in reparti appropriati. Secondo l'OMS nel mondo dal 10 al 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali. Le patologie neuropsichiatriche sono diventate la causa principale di disabilità nei giovani e il suicidio la seconda causa di morte tra i 15 e 29 anni. Ragazzi spesso invisibili ma particolarmente vulnerabili per i quali manca l'integrazione e una efficace comunicazione tra gli operatori dello stesso ambito territoriale. Un dato costante è la solitudine delle famiglie che solo in pochi casi sono sostenute in una sostanziale residuale presenza di interventi precoci e tempestivi.
 
L'adolescenza, definita come un periodo lungo di riorganizzazione cognitiva, che va dai 13 ai 24 anni, è uno spazio ad alta sensibilità nei confronti degli stimoli esterni. In Italia circa il 10% della popolazione minorile ha contatti con servizi di neuropsichiatria infantile. Al centro e al sud le percentuali sono molto inferiori per la sostanziale sottostima del disagio. Secondo i dati Istat la metà di tutte le malattie mentali inizia all'età di 14 anni, ma nella maggior parte dei casi non viene rilevata. In termini di importanza, la malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è la depressione ma spesso è mischiata con altri disturbi di condotta che includono l'abuso di alcol e droghe. In Italia oggi vivono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni, di questi circa il 10% si dichiara globalmente insoddisfatto della propria vita, delle relazioni amicali, familiari e della salute. Dato che segnala che un numero significativo di giovani è in una situazione di difficoltà emotiva, confermata dalla prevalenza, sempre attorno al 10%, di forme depressive o ansiose in questa fascia d'età. È a questi 800 mila giovani che bisogna prestare attenzione.

In Emilia Romagna, dove esiste uno dei pochi registri di neuropsichiatria infantile in Italia che conta su una rete che coinvolge Comuni e scuole, su 4,4 milioni di abitanti sono 704 mila i minori, di questi 60 mila sono in carico ai servizi di neuropsichiatria (8,5%). Qui sono 2.267 i ragazzi con disturbi d'ansia, 441 alle prese con l'anoressia e bulimia, 609 quelli con disturbi dell'umore, 138 a cui è stata diagnosticata una schizofrenia, ben 6700 i giovani con un ritardo mentale di varia origine molti dei quali sviluppano vari disturbi psicopatologici, altri 12 mila con disturbi del linguaggio e 13 mila con difficoltà di apprendimento. La maggior parte dei ragazzi denota disturbi di condotta con risvolti depressivi che sono mascherati dall'abuso di sostanze e comportamenti devianti e disregolazione emotiva. Nessuno però finora ha indagato quella che sembra emergere come una nuova categoria di disturbo che alimenta soprattutto i suicidi. Sono quelli che vivono intimamente il dolore morale che altri invece trasformano in comportamenti devianti.

Quello che è noto agli addetti ai lavori è che un abuso subito da piccoli resta come una piaga sanguinante per tutta l'esistenza e in alcuni casi identifica la vita spessa con il dolore morale.

Tanto insopportabile da sfociare in suicidio. Un disturbo che purtroppo si proietta su tutto il resto dell'esistenza e solo in qualche caso si incista nella mente ma resta pronto a riemergere in occasione di eventi traumatici condizionando la vita nonostante tutti i tentativi di sostegno e cura. Senza contare il sottobosco dei casi di bullismo, della diffusione di immagini private dai social media. Da indagini condotte nelle scuole superiori di molte regioni italiane emerge che uno studente su 3 ha fatto uso di sostanze ma poche decine arrivano ai servizi. E se vi arrivano è per l'impatto con la forza pubblica per aver commesso reati o situazioni familiari devastate. A Napoli, da uno studio condotto dall'Università Federico II e dal Cardarelli emerge che su 1.000 ragazzi tra i 13 e i 18 anni intervistati in forma anonima circa il 70% ammette di aver fatto uso di superalcolici, in particolare i drink e il 69 %, ammette di fumare sigarette. Circa il 60% di questi ha fumato almeno una volta spinelli. Il 10% dei ragazzini intervistati dichiara di fumare più di 30 sigarette al giorno.

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