Dipendenza affettiva, ecco come nasce la “droga d'amore”: «Bisogna riuscire a riconoscere il problema»

«Mentre in un rapporto d'amore è normale avere una reciproca dipendenza ma in piccola percentuale, in questo caso la persona emotivamente dipendente non può fare a meno dell'altra»

Dipendenza affettiva, ecco come nasce la “droga d'amore”: «Bisogna riuscire a riconoscere il problema»
di Emanuela Di Pinto
Martedì 21 Marzo 2023, 13:03
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Spesso e volentieri si parla di “mal d'amore”, una sofferenza definita talmente lacerante da far sentire le persone vuote e bisognose di affetto. L'inizio di una relazione è, quasi sempre, caratterizzata da una necessità quasi spasmodica di codipendenza dall'altro in una fase che, la maggior parte delle volte, risulta essere passeggera e che porta alla stabilizzazione di un rapporto sano nel quale la persona deve essere in grado di percepire la propria autonomia ed indipendenza. E cosa succede se le cose non vanno in questa direzione? Si tende a pensare che le dipendenze possano essere appannaggio di comportamenti o abitudini che vengono definite socialmente disfunzionali come l'alcool, il fumo, l'abuso di sostanze o il gioco d'azzardo. In realtà anche l'amore (o pià precisamente, il dipendere da esso) può inserirsi in questa complessa equazione.

L'aumento considerevole dei casi di femminicidio negli ultimi anni e i social che, costantemente, ci mostrano il “mondo idilliaco” di coppie che sembrano dipendere l'una dall'altro ha portato nuovamente al riflettere su uno dei rischi più pericolosi per quanto riguarda l'universo delle relazioni o, più in generale, i rapporti tra persone: la dipendenza affettiva.

Abbiamo cercato di approfondire la questione con Roberto Ausilio, psicologo e founder di Psylife Academy che, quotidianamente, sul proprio profilo Instagram (@robertoausilio_psicologo) approfondisce tematiche riguardanti la salute mentale e il benessere psicologico. 

La dipendenza affettiva fa parte di una serie di “bisogni convulsivi” riconducibili al fenomeno del craving. «È un bisogno intenso ed irresistibile di fare qualcosa, o di assumenre una determinata sostanza o perseguire un comportamento» spiega Roberto. «Spesso è associato a fenomeni come l'alcolismo, il fumo o le cattive abitudini in generale (...) Alcuni esempi di craving sono quelli per il tabacco, quando una persona deve necessariamente fumare, oppure per l'alcool, per la droga o per il cibo» chiarisce. «C'è in gioco una compulsione, come spesso la chiamiamo in psicologia, ovvero non si può fare a meno di avere un determinato atteggiamento (...) Rende difficile per la persona controllare il proprio comportamento». Tra i vari craving che esistono, può essere annoverato anche quello affettivo che, come ci spiega Roberto, riguarda la dipendenza emotiva che una persona ha nei confronti di un'altra. «Mentre in un rapporto d'amore è normale avere una reciproca dipendenza ma in piccola percentuale, in questo caso la persona emotivamente dipendente non può fare a meno dell'altra». 

«A volte può essere paragonata addirittura ad una droga “d'amore”» spiega. «Quindi anche se non sono definite delle dipendenze strettamente in senso medico possono però causare dei problemi di salute mentale ed interferire con la nostra vita». La questione più complessa riguarda il modo in cui una problematica di questo tipo può essere gestita ed affrontata. Secondo quanto spiegato dall'esperto, ci sarebbero dei passaggi da seguire per comprendere la propria situazione e cercare di superarla. «Bisogna riconoscere il problema, perchè spesso le persone non si rendono conto di essere in una dipendenza affettiva e pensano che un comportamento del genere sia normale» spiega Roberto. «Bisogna capire le emozioni di base legate a ciò (...) può essere un bisogno di affetto, di riconoscimento, di vicinanza fisica, di rassicurazione a causa di un'autostima non alta». «È importante sviluppare la capacità di essere indipendenti (...) che significa riuscire a reggersi sulle proprie gambe». 

In ogni caso fondamentale è chiedere aiuto ad un terapeuta per cercare di comprendere ciò che porta la persona a cadere nel tunnel della dipendenza affettiva. «Molto spesso le motivazioni risiedono nel passato o nel rapporto con i genitori» svela Roberto chiarendo quanto ci sia la necessità di un intervento di un professionista per riuscire a scavare meglio e a tirar fuori le fondamenta su cui il problema è andato costruendosi. «È necessario nutrirsi di buone relazioni e di nuove energie attraverso quelle attività che io chiamo “caricabatterie” quindi interessarsi a degli hobby o al volontariato in modo di trovare altre fonti di nutrimento affettivo che non sia solamente la relazione di coppia». 

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