Donazione degli organi, la beffa della legge ferma da 20 anni

Donazione degli organi, la beffa della legge ferma da 20 anni
di Ettore Mautone
Martedì 16 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:49
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Michele Romano è un uomo di 34 anni, napoletano di Ponticelli. Da due mesi è ricoverato al Monaldi in lista d'attesa per un trapianto di cuore. Un tempo di mezzo utilizzato per mettere a fuoco una lacuna nella norma quadro sui trapianti risalente al 1999 ma non ancora attuata per la parte che riguarda il silenzio-assenso alla donazione.
 
Michele ha lanciato una sottoscrizione su Charge.org: «Basterebbe una semplice direttiva del ministero della Salute per rendere operativa quella parte di una legge di venti anni fa. Donare è un atto di amore e di vita - aggiunge - diamo la possibilità a tanti pazienti come me di poter sperare e vivere». Michele ha indirizzato la petizione anche al ministro Giulia Grillo e ha già registrato oltre 50mila firme di sostenitori.

Avere un cuore nuovo per Michele è questione di vita o di morte. Come lui in Campania ci sono altre 40 persone in lista. Dall'inizio dell'anno al Monaldi sono 7 i trapianti effettuati in linea con i 15 dello scorso anno. Pochi, pochissimi rispetto a quelli che si effettuano nei migliori centri del Nord. Un nodo di cui si sono occupati anche i Verdi in Consiglio regionale della Campania. Oggi il 45,7 percento dei campani specifica, in sede di rinnovo del documento di identità digitale, di non voler donare gli organi dopo la morte e aumentano i trapianti fuori regione che costano al sistema sanitario campano 2,1 milioni di euro l'anno. Nell'ultimo bilancio sono previsti 13 milioni di euro per la rete trapiantologica.

Anche sui trapianti si scoprono due Italie: i dati 2018 registrano l'ottimo stato di salute della Rete nazionale. Se al Nord le donazioni si consolidano, le liste d'attesa calano per il terzo anno consecutivo e le dichiarazioni di volontà sono raddoppiate al rinnovo della carta d'identità, nel Mezzogiorno le donazioni si contano col contagocce e si registrano (nel 2018) il 41,8% di opposizioni, una delle percentuali più alte. Dato negativo che rimanda a diffidenze e disinformazione che la Regione ha provato a scalfire ratificando un accordo con Federsanità Anci (l'associazione dei Comuni italiani) la norma che dal 2010 consente a chiunque rinnovi la Carta d'identità di dichiarare la volontà di donare gli organi e i tessuti. Nonostante l'adesione in Campania sia del 77,6% dei Comuni (la media italiana è del 70% circa) le opposizioni continuano ad essere tra le più alte del Paese.

L'iter per impiantare un organo donato è lungo e difficile. Servono organizzazione e personale dedicato a partire dalla rete dei soccorsi in strada a quella delle rianimazioni. Il lungo tunnel del commissariamento in Campania non ha giovato alla causa. «Michele è un paziente che conosciamo da molti anni - avverte Andrea Petraio il chirurgo che attualmente lo segue al Monaldi - è una persona istruita, profonda. Servono organi da trapiantare e il Mezzogiorno è in controtendenza rispetto al resto del Paese. Servirebbero campagne ad hoc e un piano di revisione delle reti rianimative in collegamento con i primi soccorsi. La Regione sta facendo molto - continua Petraio - il centro regionale trapianti sta rendendo efficiente la rete. Ma sulle donazioni non bisogna abbassare la guardia».

«Il silenzio assenso è uno di questi nodi - continua Ciro Maiello responsabile del centro trapianti del Monaldi - ma sono scelte che dobbiamo prendere con convinzione a volte dettate dal cuore e altre dalla ragione. Donare non è solo un gesto di solidarietà è soprattutto una scelta consapevole che si traduce in un processo complesso a tutela del donatore e del ricevente. A partire proprio dall'accertamento di morte con criteri neurologici, uno stato irreversibile e definitivo da non confondere con il coma. Oggi il centro regionale trapianti ha individuato i percorsi per il trapianto di cuore, fegato, rene, cornee e midollo. Dal 2017 è in corso il riassetto della rete trapiantologica, è stato ripristinato il Centro regionale trapianti previsto dalla legge del 99. La rete c'è ma va potenziato l'anello relativo al reperimento di organi da donatori». Attuare il silenzio assenso può servire ad aiutare quelli come Michele che come lui sono in attesa di un trapianto con cui rinascere.
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