Giulia Grillo: «Nella Sanità si crea disparità di diritti: dico no alle improvvisazioni di Salvini»

Giulia Grillo: «Nella Sanità si crea disparità di diritti: dico no alle improvvisazioni di Salvini»
di Simone Canettieri
Lunedì 29 Aprile 2019, 09:17 - Ultimo agg. 11:30
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Ministro Giulia Grillo, ci sarà un blitz della Lega prime delle Europee sull'Autonomia?
«L'Autonomia è un tema complesso, che avrà un impatto decisivo sulla vita delle persone e non può essere agitato come uno spauracchio. È innegabile che per la Lega rappresenti una priorità, mentre per il M5s è parte di una riforma complessiva del sistema degli enti locali e Stato centrale».
Quindi?
«In ogni caso le decisioni le fanno i numeri in Parlamento, sulla base di testi che finora sono stati incompleti e frammentari. I blitz su un tema così complesso non fanno bene al Paese. Confido nella saggezza delle Camere. La riforma è nel contratto e andrà fatta. Ma sono abituata a ragionare sulle proposte concrete».
Questo significa che è stato trovato un accordo con il M5S?
«Ci stiamo lavorando. Restano delle differenze profonde su alcuni aspetti. Rimanere nell'alveo costituzionale è l'unico modo per accelerare senza andare a sbattere. Autonomia fa rima con responsabilità. E certe prese di posizione, tipo quella sulle Province, mi sembrano provocazioni per creare un clima da stadio. Una riforma del genere va fatta con criterio e alto senso istituzionale, perché impatta sui gangli vitali dello Stato. Un'operazione frettolosa, ci esporrebbe a una pioggia di ricorsi. Serve una buona legge, utile al Paese e a prova di Consulta. Si può fare in pochi giorni? Ho i miei dubbi. Il mondo reale non ha i tempi della continua campagna elettorale».
Ci può spiegare lo stato dei lavori: il suo Ministero è uno di quelli più coinvolti e critici. Quali tempi si dà per sbloccare il parere di sua competenza?
«I tecnici sono al lavoro. Nessuno è contrario per principio, ma il mio ministero ha un compito assegnato dalla Costituzione che è difendere il principio solidaristico e il diritto alla Salute ovunque. Lombardia e Veneto chiedono molto margine di manovra su tutte le 23 materie dell'articolo 116 e per non andare troppo nel giuridico, le dico che non sarà facile trovare soluzioni che non creino asimmetrie. Lo ribadisco, potenzialmente possono esserci vantaggi da una maggiore autonomia, però nella sanità lo Stato centrale deve poter mettere bocca e intervenire se necessario con maggiore forza di come può fare oggi. Altrimenti ognuno va a ruota libera e le regioni più in difficoltà non si risolleverebbero più da una cattiva riforma. Io devo tutelare il Servizio sanitario nazionale, che non è qualcosa di obsoleto ma ha ancora un grande potenziale, è la più grande opera infrastrutturale del nostro Paese, e lavoro ogni giorno per preservarlo. Non lo smonterò»
Ma se voi fate muro, Salvini potrebbe non prenderla bene: questo la preoccupa?
«Salvini fa il suo, tira dritto esasperando certe polemiche per trarne vantaggio. Ma è anche uomo delle istituzioni da molti anni e sa che il suo atteggiamento da militante perenne deve fermarsi dove comincia il rischio di instabilità per il Paese. Chi governa ha il dovere dell'etica e della responsabilità».
È sicura che dopo le Europee gli strascichi di questa rissa continua non saranno deleteri per il governo?
«Forse dobbiamo tutti fermare a rifletterci sulla grande opportunità che il 4 marzo ci ha dato per cambiare l'Italia. Far fallire il primo governo che si è dato l'obiettivo del cambiamento è come far naufragare la possibilità di vedere finalmente un paese nuovo. Arrendersi all'idea che siamo il paese del gattopardo, dove tutto cambia affinché nulla cambi. Gli italiani vogliono ancora questo governo e trovare la sintesi tra le varie posizioni è un dovere morale che dobbiamo a chi ci ha votato. Prevalga il noi sull'ego».
Dovrete decidere sul Tav: si fa?
«Sul Tav si è espressa l'analisi costi-benefici. Per il Movimento il Tav è un progetto obsoleto, che oggi non rappresenta una priorità. Siamo stati molto chiari. Bene invece lo sblocca-cantieri che darà il via ad altre opere necessarie che il Paese aspetta e che porterà lavoro».
Da figlia del Sud che effetto le ha fatto vedere le immagini dei comizi di Salvini in Sicilia?
«Negli ultimi anni in Sicilia i partiti non sono stati definiti nei contorni, i rapporti tra le forze politiche tradizionali sono stati fluidi. C'è chi dal centrodestra è passato al centrosinistra e viceversa, non c'è stata una forza identitaria, in questo mare magnum, piuttosto grigio e indefinito».
E si è incuneata la Lega.

«Salvini rappresenta una risposta per tanti ex, gente che stava con Forza Italia, orfani di alleanza nazionale e movimenti locali. Su Salvini leader, più che sulla Lega, confluisce tutto questo elettorato che si sentiva un po' perso. Ma a Sud moltissimi non hanno dimenticato i coretti negli stadi, gli insulti, il sottile disprezzo di una certa parte di leghisti. Qualcuno continua a chiamarci terroni, ma lo fa col sorriso pretendendo che ci faccia piacere».
A proposito: Siri si deve dimettere per voi M5S, va bene, ma lo fara'?
«Nella sua situazione, io non avrei dubbi, già solo un sospetto dovrebbe bastare per farsi da parte, almeno temporaneamente. Se Siri rispondesse solo alla sua coscienza penso si sarebbe già dimesso. Credo che farà la cosa giusta, è solo questione di tempo».
Altrimenti Conte deve procedere d'imperio?
«Nel governo del cambiamento non c'è spazio per certe ombre. Non possiamo permettercelo, abbiamo gli occhi del mondo addosso».
A Perugia il giorno dopo le dimissioni della Marini c'era la Lega in piazza e non il M5S: sia sincera avete perso lo spirito delle origini?
«Assolutamente no, anzi le dico di più, mentre qualcuno adnava in piazza, io ero al lavoro per trovare un commissario competente e assicurare il funzionamento dei servizi sanitari a Perugia. Lo ripeto: sono per la concretezza».
Ma voi M5S non siete arrivati subito.
«Quando sei forza di cambiamento c'è un momento in cui il confronto con la realtà può diventare difficile da spiegare agli attivisti, che spesso sono arrivati delusi da altre forze politiche. Questo implica il coraggio di confrontarsi come abbiamo fatto a Taranto: altri non si sarebbero esposti alle critiche, i ministri 5 stelle invece ci mettono faccia, testa e cuore. Il M5s è qualcosa di unico a livello mondiale, un esperimento di democrazia diretta. Stiamo lavorando con assoluto impegno, i risultati ci sono e a troppi dà fastidio. A noi non fanno sconti e, per quanto mi riguarda, meglio così».
 
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