Il green pass? Promosso. I ristoratori di Puglia: «Lo esibiscono come un vessillo di libertà»

Il green pass? Promosso. I ristoratori di Puglia: «Lo esibiscono come un vessillo di libertà»
di Rita DE BERNART
Venerdì 13 Agosto 2021, 08:42 - Ultimo agg. 14:50
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«Il green pass come una medaglia o un vessillo di libertà». Una sorta di lasciapassare secondo gli operatori della ristorazione - che i pugliesi ormai sono persino contenti di esibire. Salvo qualche rara eccezione. Superato il primo momento di reticenza e perplessità, dunque i cittadini si sono adeguati: in tanti lo esibiscono senza neppure attendere la richiesta e in fase di prenotazione la prima domanda riguarda proprio le modalità di controllo e la possibilità di stare all'interno muniti della carta verde.

I controlli


Sono centinaia i pass controllati ogni giorno dai ristoratori e dai gestori di locali al chiuso: nessun furbetto per ora. Tanti i giovani in possesso del documento ma tante anche le persone che ne sono sprovviste. E nei prossimi giorni partiranno i controlli a campione da parte dei comandi di Polizia municipale. «Aspettavamo la circolare ministeriale - spiega Alessandro Leone, comandante a Gallipoli. Ieri mattina inoltre c'è stato un tavolo in Questura in cui abbiamo recepito le indicazioni sulle modalità di azione. Nei prossimi giorni dunque, nell'ambito della nostra ordinaria azione di controllo del territorio e dei locali, inizieremo le verifiche a campione all'interno di quegli esercizi per i quali è previsto il possesso del pass verde per consumare al chiuso. Agiremo facendo capo ai principi che ci sono stati comunicati e ogni volta che saremo in un locale soggetto a questa norma controlleremo anche questo. Naturalmente terremo conto anche di eventuali segnalazioni o esposti che dovessero pervenire effettuando le opportune verifiche». Non è escluso che gli agenti di polizia possano inoltre intervenire su richiesta dei titolari che dovessero trovarsi in situazioni spiacevoli o dubbie.
Al momento però nel nostro territorio non si sono verificati episodi di questo tipo. «Controlliamo almeno un centinaio di certificati al giorno attraverso l'app suggerita dal Ministero - commenta Danilo Stendardo del Road 66 a Lecce. Per ora nessun furbetto. In questi giorni inoltre a causa del gran caldo molta gente preferisce stare all'interno nei locali con aria condizionata, quindi sono ben felici di mostrare il pass non appena arrivano. Noi inoltre cerchiamo di canalizzare il più possibile nella sala interna le persone che hanno i requisiti, per lasciare spazio fuori a chi non è munito del pass. C'è molta responsabilità, in tanti hanno capito che questo è l'unico mezzo per poter essere liberi. Capita anche che ci siano gruppi misti o famiglie in cui alcuni componenti non possiedono il certificato, ma dopo le spiegazioni comprendono e si accomodano ai tavoli fuori. Il vero problema è che questa operazione ci porta via molto tempo, è il titolare a dover fare i controlli e nel mio caso ho dovuto lasciare la cucina e mettere un elemento in più per potermi dedicare a questo».
Insomma il sistema sembra funzionare e l'obbligo di prenotazione inserito da molti ristoranti agevola il lavoro. «La gente è preparata - dice Roberto Podo del ristorante Yellow Scapece e bar Martinucci nel centro storico di Gallipoli -. Quando chiamano per prenotare chiedono subito cosa devono fare e con che modalità esibire il certificato.

In quella fase già li indirizziamo. Non hanno problemi e lo fanno controllare tranquillamente. Stiamo riscontrando però che in tanti ancora non ce l'hanno ma anche in quel caso lo fanno subito presente chiedendo cosa fare. All'interno inoltre tutti usano la mascherina, c'è tanta consapevolezza e responsabilità. Certo fuori, per strada poi la situazione è diversa. Ci sono anche moltissimi giovani provvisti della carta verde e la esibiscono come un vanto. È un modo per dire io posso fare tutto, non vedono l'ora di esibirlo come una medaglia».

Le rimostranze


Uno strumento che consente di lavorare e che ispira fiducia e sicurezza, non una negazione della libertà ma un modo per riaverla. Qualcuno però ogni tanto ha delle piccole rimostranze. «Noi controlliamo tutti dice Angelo Matacchiera de La Paranza a Taranto - non troviamo situazioni dubbie né furbetti. Le persone lo ritengono una garanzia di sicurezza anche se ogni tanto ci capita qualcuno che non lo ha e cerca di far valere le sue ragioni. Noi cerchiamo infatti di selezionare già al telefono in fase di prenotazione. E in tanti ancora non ne sono muniti. Al netto di qualche difficoltà ci auguriamo che questo strumento ci consenta di lavorare bene anche in autunno».

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