È uno dei disturbi più insidiosi. Ancor di più ai tempi del Covid. L'insonnia viene diagnosticata se la difficoltà nell'addormentarsi si verifica almeno tre notti a settimana, per tre mesi consecutivi, e provoca problemi di concentrazione, sbalzi d'umore, senso di affaticamento e preoccupazione. Che fare, in questi casi, o quando si riposa troppo poco?
Il libro «Invecchiare bene», a cura di Silvio Garattini con Ugo Lucca, suggerisce diverse indicazioni in modo da migliorare la qualità del sonno a qualunque età. E avvisa: guai a restare a letto, di giorno e di notte, se non si dorme.
Rilassarsi vuol dire praticare esercizi per ridurre la tensione fisica, ma anche scacciare pensieri ripetitivi. Poi conviene andare a letto soltanto quando si ha effettivamente sonno, senza associare cuscino e lenzuola ad altre attività anche durante la giornata.
A dispetto di quel che si pensa e in genere si fa, bisogna alzarsi se non si riesce a dormire e andare in un'altra stanza alla ricerca di pace. E, solo quando stanchi, se non esausti, tornare sotto le coperte. Aiuta, come si sa, avere orari regolari, impostare la sveglia e alzarsi subito, cercando di rispettare la stessa scansione del tempo sia nei giorni feriali sia nei fine settimana. E niente pisolini pomeridiani, perché controproducenti, avvisa «la guida pratica per vivere a lungo felici e in salute» elaborata dal fondatore dell'istituto Mario Negri in collaborazione con il responsabile del laboratorio di neuropsichiatria geriatrica.
Il volume contiene anche altri consigli sull'importanza di un'alimentazione varia e moderta, la vita sociale, l'esercizio fisico e l'attività intellettuale e il ruolo dei farmaci anti-aging.