lnfezioni durante la gravidanza,
più alto rischio di autismo

lnfezioni durante la gravidanza, più alto rischio di autismo
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 17:01 - Ultimo agg. 21:30
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C'è una chiara associazione tra le infezioni durante la gravidanza e un più alto rischio di malattie del neurosviluppo, come autismo, schizofrenia ed epilessia, nei bambini nati dalle donne che ne sono state colpite. Ad evidenziarlo uno studio condotto da Humanitas University in collaborazione con l'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-In), l'Università di Montreal e il Politecnico Federale di Zurigo. Pubblicata su Immunity, Cell Press, la ricerca è di particolare interesse nel contesto della pandemia. Nonostante, i dati abbiano evidenziato che le infezioni da Sars-Cov-2 non influiscono sulla salute dei neonati, questo resta un campo di indagine aperto.

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«L'attivazione del sistema immunitario materno a seguito delle infezioni determina un processo infiammatorio che porta alla liberazione di molte molecole cruciali per la giusta risposta immunitaria. Il nostro gruppo di ricerca, utilizzando un particolare modello preclinico di infiammazione prenatale in gravidanza, ha dimostrato che l'aumento della citochina pro-infiammatoria IL-6 potrebbe essere responsabile degli effetti sul neurosviluppo a lungo termine sui nascituri», spiega Davide Pozzi, ricercatore di Humanitas University.

In particolare, è stato dimostrato che questa molecola dell'infiammazione agisce direttamente sui neuroni in via di sviluppo del feto, provocando «un aumento della formazione delle sinapsi e determinando una modificazione delle connessioni neuronali in diverse zone del cervello». Anche il Sars-Cov-2 determina un processo infiammatorio in cui la molecola IL-6 gioca un ruolo chiave.

Per questo negli Stati Uniti, il National Institutes of Health ha iniziato uno studio di follow-up sui potenziali effetti a lungo termine su donne colpite da Covid in gravidanza e sui loro figli. Inoltre lo studio avrà importanti ricadute della ricerca, «perché permetterà di identificare nuovi bersagli terapeutici per lo sviluppo di farmaci per la prevenzione di queste patologie», conclude Michela Matteoli, docente di Humanitas University e direttrice del Cnr-In.

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