Tra hackeraggio delle mail, intromissioni nelle reti e “shit storming” sui social i medici e gli operatori sanitari si ritrovano a dover fronteggiare un nemico sconosciuto oltre al Covid-19: la rete. Sempre piu' numerose, infatti, le segnalazioni e le denunce raccolte su intromissioni nelle caselle di posta, contenenti informazioni sanitarie riservate, attacchi e minacce tramite social o sulle pagine ufficiali delle cliniche e delle strutture ospedaliere. A dirlo è Consulcesi, il principale network legale a tutela dei camici bianchi che ha messo a disposizione un servizio di assistenza gratuito, «il primo servizio legale di diritto all'oblio e anche di rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti che compromettono la professionalita' dei camici bianchi».
«Si sta delineando un cerchio diabolico in rete delle aggressioni ai medici e agli operatori sanitari che collega il diritto all'oblio all'attacco informatico» commenta Massimo Tortorella Presidente Consulcesi, il principale network legale a tutela dei camici bianchi. «Il passo è breve: una notizia per la quale poteva essere richiesta la cancellazione dal web puo', se lasciata in rete, essere usata da un malintenzionato su internet che cerca la vendetta contro un medico o un operatore sanitario».
I medici sono consapevoli dei pericoli della rete ma non sanno come difendersi: secondo una recente indagine di Consulcesi sul proprio database di medici e sanitari, condotta sul tema del diritto all'oblio, oltre il 90% degli intervistati sa che cybercrime e fake news sono una minaccia alla loro attivita' professionale, ma l'82% non ha mai fatto nulla per far fronte a questo problema.