Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, al Policlinico Vanvitelli diagnosi precoci e laparoscopia «soft»

Sono patologie croniche intestinali, i asi in aumento anche nei giovani e giovanissimi

Francesco Selvaggi, ordinario di Chirurgia e primario del reparto di Chirurgia colorettale del Policlinico Vanvitelli di Napoli
Francesco Selvaggi, ordinario di Chirurgia e primario del reparto di Chirurgia colorettale del Policlinico Vanvitelli di Napoli
di Emma Onorato
Lunedì 13 Febbraio 2023, 11:32 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 07:20
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Si sente parlare ancora poco del morbo di Crohn o della rettocolite ulcerosa. Patologie che destano un silenzioso rumore. Eppure «la frequenza legata alla diagnosi di queste malattie è in crescita - come commenta Francesco Selvaggi, ordinario di Chirurgia e primario del reparto di Chirurgia colorettale del Policlinico Vanvitelli di Napoli - I casi stanno aumentando anche nei giovani e giovanissimi». Si tratta di patologie infiammatorie croniche intestinali tipiche del mondo occidentale: «Ad oggi non è chiaro il motivo per cui insorgono ma, grazie ai progressi sia in ambito di terapia medica che chirurgica, sappiamo come curarle».

Di che tipo di patologie si tratta? «La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria che può coinvolgere - solo in parte o integralmente - il colon e il retto. Mentre il morbo di Crohn è una malattia che può compromettere vari tratti dell'intestino. Quello più tipico si individua tra la porzione terminale del piccolo intestino e il colon cieco (anche detto colon destro).

Ma può coinvolgere anche altri tratti sia del piccolo intestino - il così detto tenue - che del crasso - continua a spiegare il professore Selvaggi - Infine può compromettere anche la zona perianale con una patologia molto invalidante». 

Come si può intervenire per curarle? In quali casi è necessario un intervento chirurgico? «Se la malattia di Crohn diagnosticata nella sua forma tipica, ovvero ileocecale, non risponde a primo ciclo di terapia - e se è presente per un tratto relativamente limitato con un processo infiammatorio importante - è possibile agire con un intervento chirurgico eseguito in laparoscopia. Si tratta di un intervento di breve durata che garantisce una ripresa molto rapida del paziente». Continua a spiegare il professore. «Invece, per quanto riguarda la rettocolite ulcerosa, solitamente questa malattia è trattata con farmaci biologici, ma è la mancata risposta a questi farmaci che dà l'opzione chirurgica». Ad oggi il 15-30% dei pazienti con rettocolite ulcerosa viene sottoposto ad intervento chirurgico: «Un'opzione che si può attuare attraverso varie condizioni: se c'è necessità di un intervento d'urgenza, anche in questo caso può essere effettuato in laparoscopia - continua a spiegare il dottor Selvaggi - Successivamente è possibile confezionare un nuovo retto detto pouch (serbatoio) - dato che si tratta di una  malattia che necessita l'asportazione sia del colon che del retto - un nuovo retto che consente, secondo un'elevatissima percentuale di casi, una qualità di vita ottimale». Chiosa il professore: «Tutto questo, ad oggi, si può effettuare con una chirurgia mini-invasiva che offre al paziente enormi vantaggi anche da un punto di vista estetico». Una tecnica che si rivela preziosa soprattutto per le donne: «Un ulteriore elemento che va sempre considerato è la fertilità nelle giovani donne - specifica Selvaggi - Grazie ad un accesso meno invasivo il periodo di infertilità diminuisce. Ovvero, rispetto alla chirurgia aperta, abbiamo una ripresa della fertilità  più precoce (a dimostrarlo sono i dati pubblicati da centri e riviste molto autorevoli, a cui abbiamo personalmente contribuito in varie occasioni).

In quali casi, invece, si interviene con una chirurgia ibrida e in cosa consiste questo tipo di intervento? «Il concetto di chirurgia ibrida è un concetto che noi sposiamo appieno. Significa fare un tempo in laparoscopia e un tempo in chirurgia aperta - chiosa il professore - In sostanza consiste nel fare incisioni più piccole che consentono una ripresa più rapida ed un enorme vantaggio anche dal punto di vista estetico». Un tipo di chirurgia indicata «nei casi complessi, ovvero quando si presentano delle condizioni in cui - sia nella malattia di Crohn che nella rettocolite ulcerosa - si rilevano più tratti d'intestino con fistolizzazioni o importanti infiammazioni». Poi aggiunge: «Si utilizza la chirurgia ibrida anche per i re-interventi legati alla rettocolite ulcerosa, e quindi per gli interventi di neo formazione di un nuovo retto (pouch)». 

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Il reparto diretto dal professor Selvaggi è tra i centri di riferimento regionali per la chirurgia mini-invasiva (chirurgia laparoscopica) di queste patologie, con ben 120 interventi realizzati nel 2022. Una chirurgia che ha una lunga tradizione ed è supportata da studi scientifici che ne dimostrano la fattibilità tecnica e l’equivalenza con la chirurgia aperta. «Ogni anno riscontriamo circa un centinaio di casi. Sono persone che si ricoverano per le patologie di Crohn e rettocolite ulcerosa. Un numero abbastanza importante, ma è doveroso sottolineare che stiamo parlando di un tipo di malattie riservate a specialisti del settore».

Perché è giusto dare importanza alla sanità della nostra regione ed evitare il fenomeno di mobilitazione che spesso avviene verso il Nord Italia? «È un fenomeno completamente ingiustificato. In Campania ci sono ottimi medici ed operatori del settore sanitario.  È vero che c'è molta confusione nella sanità, ma è una confusione che è legata a problemi che sono in via di risoluzione - conclude Selvaggi - Qui ci sono tanti centri d'eccellenza con un personale specificamente qualificato per cui non è opportuno andare in centri fuori regione o esteri». 

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