Bambini e diabete, il Policlinico Federico II di Napoli sostiene l'iniziativa #suoniamolavita

Bambini e diabete, il Policlinico Federico II di Napoli sostiene l'iniziativa #suoniamolavita
Martedì 23 Giugno 2020, 11:03 - Ultimo agg. 12:04
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Il Policlinico Federico II in sostegno della campagna #suoniamolavita, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul diabete, sulla corretta informazione e su ciò che si può fare per combattere la malattia. Un tema al quale la direttrice generale Anna Iervolino tiene in modo particolare. «Questa iniziativa testimonia l'alleanza tra i nostri operatori e le famiglie dei nostri piccoli pazienti - dice - La direzione strategica di un'Azienda Ospedaliera Universitaria complessa come la Federico II ha il compito di armonizzare le attività assistenziali con quelle della ricerca e della didattica, compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, umane e strutturali, promuovendo interventi finalizzati a migliorare la qualità di vita delle persone e a ridurre il peso sulle loro famiglie. Il sostegno che le famiglie dei nostri piccoli pazienti ci stanno dimostrando, ci conferma che siamo sulla strada giusta e ci incoraggia a proseguire per rendere più efficaci ed efficienti. Educare alla salute significa anche formare chi non riconosce ancora la dimensione patologica del diabete e non distingue il diabete tipo 1 ( che si manifesta nei bambini, anche in primissima età e che attualmente prevede come unica terapia iniezioni multiple d'insulina) dal diabete mellito di tipo 2 che colpisce prevalentemente gli adulti e non sempre necessita di terapia insulinica.

Ecco perché il Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica della Federico II di Napoli, diretto dalla professoressa Adriana Franzese, con il suo team coordinato dalla dottoressa Enza Mozzillo, promuove la campagna di sensibilizzazione per riaccendere l'attenzione sul diabete mellito tipo 1 (autoimmune e insulinorichiedente), patologia cronica in costante aumento soprattutto tra i bambini».

Lo spot #suoniamolavita, scritto da un gruppo di familiari, è un inno alla speranza che deve accompagnare, ogni istante, la vita dei pazienti diabetici, mai stanchi di lottare per la cura. servizi sanitari. Per sostenere la campagna si può fare una donazione all'associazione L'isola che non c'è all'IBAN: IT91P0311114901000000003102 con la Causale: suoniamo la vita.

Alessandra Rubinacci, madre impegnata in questo progetto e producer del format televisivo «Real housewife of Naples», presta la sua voce per dare senso alle ragioni della Sfida attraverso la sua presenza viva e autentica.

Il Direttore del Dipartimento Universitario di Scienze Mediche Traslazionali, Annamaria Staiano sottolinea il significato del messaggio: «È una lodevole iniziativa promossa dai pazienti e dalle loro famiglie al cui fianco combattiamo come medici e scienziati ogni giorno, e che ci rende consapevoli con orgoglio, che la ricerca clinica e di laboratorio nel nostro Ateneo ha bisogno di spinte di questa portata, così sentite e partecipate. Il nostro Dipartimento universitario si fonda proprio sulla collaborazione interdisciplinare tra medici, operatori sanitari, biologi, biotecnologi che, come un'orchestra, cooperano per realizzare un'opera corale. È per noi un onore restituire con impegno e professionalità, cura e innovazione a tutte le famiglie dei bambini con patologie croniche che seguiamo, augurandoci che #suoniamolavita possa propagarsi quanto più possibile nella cittadinanza».

Mario Galgani, ricercatore del dipartimento di Medicina Molecolare, definisce lo spot «un energico esperimento di comunicazione, di gioia, speranza e coinvolgimento. Il carattere e la determinazione che lo hanno contraddistinto in tutta la sua progettazione - dice - sono gli ingredienti chiave anche della nostra ricerca, perché da scienziati, apparentemente distanti dai pazienti, ci sentiamo invece al loro fianco in questa battaglia, seppure da una prospettiva diversa. E se ognuno farà la sua parte avremo vinto tutti insieme».

La professoressa Franzese sottolinea l'impegno collettivo nella lotta: «È un segno di grande affetto e vicinanza che le nostre famiglie hanno deciso di offrire per aiutare la nostra ricerca sul Diabete in tutti i suoi aspetti: farmacologico, tecnologico, biologico e molecolare. E' al tempo stesso un inno di ringraziamento e di richiesta che nasce dalla consapevolezza che grandi traguardi si possono ottenere solo se lavoriamo tutti insieme con impegno e passione». 
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