Napoli, innovazione nella sanità tra esperienze digitali e progetti futuri

Napoli, innovazione nella sanità tra esperienze digitali e progetti futuri
di Emanuela Sorrentino
Mercoledì 23 Marzo 2022, 20:16 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 13:06
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Dall’utilizzo dei fondi del Pnrr all’importanza della digitalizzazione fino all’integrazione medico-paziente in un rapporto tra reale e virtuale che deve sempre essere tenuto presente.

Questi alcuni argomenti trattati nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova nell’ambito dell’agorà del Pd, il dibattito introdotto da Marco Sarracino, segretario Pd Napoli, e Diego Belliazzi, responsabile Agorà Napoli, su “Management e innovazione nella sanità dal Covid in poi”. Entrambi hanno sottolineato come «per una sanità più efficiente ed efficace occorrono idee e proposte per una nuova politica sanitaria, affinché l’utilizzo dei fondi del Pnrr sia una opportunità di crescita. Investire sulla sanità cosi come su scuola e welfare vuol dire essere forti come Paese», hanno sottolineato i due esponenti politici. Tra i presenti l’assessore comunale al Turismo Teresa Armato.

 

A coordinare l’incontro il dottor Luigi Lavorgna, neurologo dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e coordinatore del gruppo di studio digitale della Società italiana di neurologia. «Digitalizzazione vuol dire portare qualcosa di concreto nel mondo virtuale.

Nella sanità pubblica studi hanno valutato positivamente i benefici ad esempio di nuovi device che riescono ad archiviare e fornire informazioni utili al medico. Ormai sempre più persone usano le App digitali in diversi ambiti della vita quotidiana e durante il Covid abbiamo sperimentato la telemedicina, che è forse l’applicazione più semplice della tecnologia al servizio del paziente».

Come ha sottolineato la professoressa Simona Bonavita, sempre della Vanvitelli, presente con dottorandi e specializzandi, «già nel 2012 il dottor Lavorgna ha dato vita ad un social network tra pazienti affetti da sclerosi multipla, diventato un vero e proprio strumento di ricerca e di supporto». La professoressa Maria Triassi, presidente della Scuola di medicina della Federico II, ha analizzato quanto «gli anni di commissariamento abbiano influito negativamente facendo scomparire una classe manageriale che avrebbe dovuto fare scuola. Il sistema sanitario ricco di criticità e fragilità è stato messo in ginocchio dalla pandemia e ha provato a reagire. Occorre ora formazione per i giovani, anche attraverso ausili multimediali e di realtà aumentata su cui stiamo investendo». Il professore di Chirurgia della Federico II, Franco Corcione, ha messo in risalto come «l’innovazione digitale sia d’aiuto senza però dimenticare il rapporto con il paziente. Occorre pensare ad una riorganizzazione sanitaria e concentrare le assistenze in valide realtà cittadine. Il mio augurio è quello di saper spendere bene i fondi del Pnrr». L’importanza dell’Ios (internet of things) e quindi della digitalizzazione e del monitoraggio a distanza del paziente è stata sottolineata dal professor Francesco Colace dell’Università di Salerno.  

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Cettina Del Piano, dirigente medico dell’ospedale di Santa Maria della Pietà a Nola, ha portato la sua testimonianza di “lavoro sul campo” durante la pandemia relativamente alla nutrizione artificiale. «Abbiamo fatto tutti uno sforzo anche senza grandi mezzi tecnologici ma facendo rete con farmacie e pazienti per assicurare il servizio anche quando le visite ambulatoriali erano state sospese. La malnutrizione provoca altre patologie. In Italia abbiamo oltre 40mila pazienti in regime di nutrizione artificiale».  

Katherine Esposito, professoressa di Endocrinologia alla Vanvitelli, ha illustrato come nel suo lavoro quotidiano sia molto presente la tecnologia, soprattutto al servizio dei pazienti diabetici. Il tecnologo Pasquale Arpaia, direttore del centro di ricerca su management e innovazione in Sanità della Federico II, ha ricordato quanto la pandemia abbia indebolito le fasce deboli, rappresentate da chi non poteva accedere a strumenti digitali. «Ci auguriamo che i fondi del Pnrr possano essere messi al servizio anche di giovani ricercatori». Gianluca Pedicini, in rappresentanza dell’Associazione italiana sclerosi multipla, ha ricordato quanto la telemedicina sia stata utile durante la pandemia anche per le attività di riabilitazione a distanza e quanto i centri clinici della sclerosi siano una eccellenza in Campania.

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